Il conto alla rovescia è partito. E’ iniziata la notifica agli interessati da parte degli uffici dell’avvocatura regionale della sentenza di secondo grado della Corte dei Conti sui finanziamenti alla casa da gioco di Saint-Vincent.
I sei consiglieri in carica avranno ora 30 giorni per versare alla Regione da 2,4 milioni di euro (Mauro Baccega e Augusto Rollandin) a 586mila euro (Pierluigi Marquis, Claudio Restano, Aurelio Marguerettaz, Renzo Testolin). Se non estingueranno il debito arriverà la dichiarazione di decadenza dalla carica.
La legge regionale del 2007, la n. 20, stabilisce l’incompatibilità con la carica di consigliere regionale di coloro che “hanno lite pendente con la Regione in quanto parte di provvedimento conseguente o promosso a seguito di un giudizio definito con sentenza passata in giudicato”, nonché di quanti “avendo un debito liquido ed esigibile verso la Regione sono stati legalmente messi in mora”.
Il Presidente del Consiglio Valle, in attuazione della stessa legge, dovrà invitare gli interessati a “rimuovere le cause di ineleggibilità o di incompatibilità sopravvenute”, entro “dieci giorni dalla data di ricevimento della contestazione”.
E mentre la clessidra scorre domani, mercoledì 15 settembre, si riunirà in via straordinaria il Consiglio regionale con all’ordine del giorno la tutela delle prerogative costituzionali e funzioni del Consiglio regionale e dei Consiglieri.
La richiesta di convocazione dell’assise era arrivata nelle scorse settimane da 16 Consiglieri: Pierluigi Marquis, Claudio Restano, Aurelio Marguerettaz, Renzo Testolin, Mauro Baccega, Marco Carrel, Augusto Rollandin, Giulio Grosjacques, Davide Sapinet, Luciano Caveri, Albert Chatrian, Luigi Bertschy, Roberto Rosaire, Corrado Jordan, Carlo Marzi, Erik Lavevaz. La discussione si concluderà con la votazione di una risoluzione che potrebbe avere come fine quello di sollevare il tema del conflitto di attribuzione.
Sul consiglio straordinario intanto arrivano i commenti di sindacati e forze politiche.
“Riteniamo che il Consiglio Regionale straordinario convocato per domani, mercoledì 15 settembre, rappresenti l’occasione per riaffermare e rafforzare il principio in base al quale l’operato dei consiglieri regionali, nel momento in cui siano stati acquisiti i dovuti pareri di legittimità e vengano rispettate le norme e le leggi, non possa e non debba portare a delle conseguenze sulla loro sfera personale.” scrive in una nota il Savt. ” Nell’assoluto rispetto della legittimità delle norme e delle leggi, i consiglieri regionali dovranno infatti sentirsi liberi di fare le scelte che ritengono essere le migliori per il futuro della nostra comunità, così come tra l’altro prevedono l’art. 122 della Costituzione e l’art. 24 dello Statuto Speciale di Autonomia. A valutare il loro operato spetterà poi ai cittadini”.
Lo definisce invece “una vergogna degna del peggiore berlusconismo” Adu Vda. “Uno schiaffo ai valdostani in crisi e l’ennesima inutile sfida alle istituzioni della Repubblica. La sanità regionale è allo sbando, il turismo resta senza una regia e gli autonomisti convocano un inutile “Charaban”.Ricordiamo che nel pozzo del Casinò – fino a ieri una vera riserva di caccia elettorale – sono finiti un totale di 140 milioni di euro, risorse che potevano essere impiegate meglio, ad esempio per rifondare completamente la sanità pubblica valdostana.”
Per Fratelli d’Italia il Consiglio Valle straordinario è invece “fuori tempo ed inopportuno” oltre che “inutile perché produrrà solo parole e letture di relazioni fatte da avvocati esterni di cui lo Stato se ne farà un baffo. Fuori tempo perché se l’obiettivo è quello di evidenziare un’invasione di campo nella sfera politica da parte della Corte dei Conti tale iniziativa, per essere credibile, doveva essere posta prima della sentenza di condanna e non dopo”.
Secondo il Movimento se ” c’era questa volontà di interrompere le vacanze per convocare un consiglio straordinario avremmo gradito la discussione su argomenti riguardanti i cittadini. Ne suggeriamo qualcuno su quelli prevalenti riguardanti la gestione concreta della nostra autonomia e cioè istruzione e sanità”.