Corte dei Conti, recuperati nel 2022 oltre 290mila euro

24 Febbraio 2023

Ammonta a 290.950,50 euro la somma recuperata dalla Corte dei Conti nel 2022. Nel dettaglio, 270.374,47 euro sono relativi a sentenze divenute definitive, 6.082,96 euro sono il frutto di tre riparazioni spontanee effettuate a seguito di inviti a dedurre e 14.493 derivano da giudizi definiti – in tutto o in parte – con rito abbreviato (consentendo cioè il versamento immediato di una somma “scontata” rispetto all’ammontare complessivo del danno).

Il dato è contenuto nella relazione del Procuratore regionale Giuseppe De Rosa in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario contabile. Anche per il 2023, la magistratura contabile, nella nostra regione, non tiene una cerimonia (a causa delle “difficoltà nel reperimento di idonea sede”), ma affida ai documenti pubblicati oggi, venerdì 24 febbraio, sul sito web della Corte le considerazioni del capo dell’ufficio inquirente e del presidente della Sezione giurisdizionale, Donato Maria Fino.

Mancano all’appello quasi 7 milioni

Si scopre così, sempre dal rapporto della Procura, che al 31 dicembre scorso, restano da introitare 6.944.880,92 euro. Buona parte della cifra, cioè 5.415.731,98 sono relativi alla sentenza con cui nel 2016 il già progettista e direttore dei lavori per la realizzazione del trenino di Cogne, l’ingegner Alberto Devoti, era stato condannato a risarcire la Regione (che aveva avviato una procedura di esecuzione forzata con pignoramento dei beni immobili di proprietà del professionista).

I residui 1.529.148,94 riguardano invece altre sentenze della Corte, passate in giudicato. Tra queste quella che, sempre nel 2016, aveva stabilito che l’ex funzionario dell’Assessorato al Territorio, Ambiente e Opere pubbliche Luigi Bassignana dovesse versare all’amministrazione regionale 750.915,49 euro, di cui “713.487,57 euro a titolo di danno da tangente e 37.427,92 euro a titolo di danno da disservizio” (la vicenda contabile riguardava contratti per opere del periodo 1995.2001, anche in relazione all’alluvione dell’ottobre 2000). Per quel recupero, annota la Procura regionale, “risulta pendente una rogatoria internazionale civile”.

La Corte dei Conti di Aosta

Appellate le assoluzioni di Baccega e Fosson

Scorrendo la relazione, si apprende poi che l’ufficio requirente ha appellato (relativamente a uno solo dei due profili di danno ipotizzati) la sentenza della Sezione giurisdizionale, dello scorso dicembre, con cui quattro amministratori comunali di Cogne (tra i quali il sindaco Franco Allera), un segretario comunale e la rappresentante di una società privata erano stati assolti per la gestione (dal settembre 2018 al giugno 2020) del centro sportivo di Epinel.

Emerge altresì che, a seguito delle interlocuzioni con l’ufficio inquirente territoriale, la Procura generale della Corte dei Conti ha impugnato l’assoluzione, pronunciata lo scorso giugno per difetto di colpa grave, dell’ex presidente della Regione Antonio Fosson e dell’ancora consigliere regionale Mauro Baccega, nella causa su loro presunte condotte omissive nel contenzioso innescatosi nel maggio 2017 sulla nomina di Igor Rubbo a direttore generale dell’Usl della Valle d’Aosta.

56 fascicoli aperti nel 2022

Quanto all’attività nel 2022, nello scorso anno – si sottolinea nella relazione – sono state complessivamente avviate 62 istruttorie nuove, di cui 56 per responsabilità amministrativa e 6 per mancato deposito di conti giudiziali. A parte uno aperto d’ufficio (alla luce di notizie di stampa), 55 fascicoli sono il frutto di segnalazioni di danno (26 delle quali da enti locali, per lo più comunicazioni obbligatorie di debiti fuori bilancio).

L’attività d’indagine, nel 2022 ha portato alla definizione di 132 fascicoli, di cui 125 per archiviazione e 7 per apertura dei giudizi. Tre dossier sono stati trasferiti ad altre Procure regionali. Al riguardo, il procuratore De Rosa parla di “importante risultato registrato, che non si determinava dall’anno 2016”, vale a dire “un minor numero dei fascicoli pendenti al 31/12/2022 rispetto quelli sussistenti a inizio d’anno”. La durata media dei tempi di chiamata in giudizio dei soggetti ritenuti responsabili di danni erariali, dalla data di apertura dei relativi fascicoli istruttori, si è attestata in 721 giorni (che diventano 426, al netto di un procedimento, aperto nel 2015).

Un’udienza alla Corte dei Conti.

Azione non inficiata da vicende “esitate negativamente”

Complessivamente, è il giudizio che si legge nella relazione, “l’azione della Procura della Corte dei conti per la regione Valle d’Aosta mira, quanto più utilmente, non solo a reprimere, ma a prevenire l’insorgenza di illeciti e di disfunzioni dell’attività amministrativa per contribuire, in termini sostanziali, al buon andamento della Pubblica Amministrazione”.

Una indicazione che, aggiunge il procuratore, “si ritiene non inficiata da vicende esitate negativamente rispetto alle premesse, assurte nel 2022 agli onori della cronaca locale; in primis, quella degli aumenti di capitale della Società di gestione del Casinò di Saint-Vincent (con la Corte costituzionale a stabilire il difetto di giurisdizione dei giudici contabili sulla vicenda e ad annullare la condanne inflitte a 18 amministratori regionali ed ex, ndr.). Ciò, in ragione della doverosa attivazione dell’Ufficio nei contesti, fattuali e giuridici, nei cui ambiti le iniziative hanno trovato svolgimento”.

Le principali cause dello scorso anno

Nel suo rapporto, il presidente della Sezione giurisdizionale Donato Maria Fino ripercorre le principali cause trattate, nel 2022. Oltre a quella, già menzionata, sulla presunta inazione regionale nel contenzioso sulla designazione del direttore Usl, si tratta di quelle che hanno riguardato le ipotesi di danno sulla nomina dell’amministratore unico dell’Aci Service Srl, la società “in house” dell’Automobile Club Valle d’Aosta, nonché gli incarichi e l’assunzione di un addetto stampa alla Chambre. Tutte si sono chiuse con il sostanziale respingimento della prospettazione d’accusa.

Accolte invece, in parte, le domande inquirenti nelle cause nei confronti di due ex dirigenti regionali (al Dipartimento del personale), innescate a seguito del divenire definitive di varie sentenze della Corte d’Appello di Torino (risalenti al 2016) che avevano riconosciuto delle somme a vari dipendenti regionali, cui, tra il 1994 e il 2011, erano stati reiterati in tutto 52 contratti di lavoro a tempo determinato.

 

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