Dopo le sanzioni e le denunce, per i due locali di Pont-Saint-Martin “ribelli” alle sanzioni in materia di Covid-19 arrivano i provvedimenti dell’autorità giudiziaria. Nella mattinata di oggi, venerdì 12 febbraio, i Carabinieri hanno eseguito il sequestro preventivo, disposto in via d’urgenza dalla Procura della Repubblica, dei bar Lys e Bivio, nel comune della bassa valle.
La decisione s’inserisce nel procedimento penale aperto a carico delle titolari delle due attività – a seguito della segnalazione dell’Arma sull’inosservanza delle chiusure imposte dalle autorità – per la violazione del testo unico delle leggi sanitarie, in particolare dell’articolo che stabilisce una pena per “chiunque non osserva un ordine legalmente dato per impedire l’invasione o la diffusione di una malattia infettiva dell’uomo”.
Nei confronti dei due bar il Presidente della Regione, nelle sue funzioni prefettizie, lo scorso 3 febbraio aveva disposto una chiusura temporanea di 30 giorni, quale pena accessoria per le ripetute violazioni dei Dpcm e delle ordinanze regionali a contenimento della pandemia (in particolare, i militari avevano trovato clienti all’interno in più giorni, nel periodo della “zona arancione”, quando era consentito solo l’asporto).
Nonostante ciò, le due titolari non avevano fatto mistero (a partire dai canali social dei locali) che avrebbero continuato ad aprire e, per questo, nei giorni successivi sono state entrambe denunciate. L’ultimo intervento dei Carabinieri risale alla serata di mercoledì scorso, 10 febbraio, quando, in occasione della protesta indetta dal comparto ristorazione a livello regionale, il bar Lys era stato trovato nuovamente aperto, con una decina di clienti all’interno (tutti sanzionati).
Il provvedimento del pm Francesco Pizzato – cui è affidato il fascicolo in cui sono indagate Katia Bertero Verney e Francesca Katiuscia Pistono (titolari, rispettivamente, del bar Lys e del bar Bivio) – trae origine dal fatto che “risulta assolutamente concreto il rischio della reiterazione della condotta abusiva” (con il “rischio di diffusione incontrollata del virus Covid-19”), in grado di “essere neutralizzato soltanto adottando” la misura scattata stamane. Il sostituto procuratore, inoltre, ha chiesto al Gip la convalida dell’atto disposto in urgenza e l’emissione in via definitiva del decreto di sequestro preventivo.