Deturpamento del lago di Lod, multa di 1.800 euro al sindaco Pucci

E’ terminato oggi, martedì 13 maggio, al Tribunale di Aosta il processo di primo grado per la carenza idrica del lago a 2.015 metri, sopra Chamois. Il Sindaco assolto dalle accuse di furto d’acqua e intervento in assenza di autorizzazione.
Sindaco Lorenzo Mario Pucci
Cronaca

Erano passate da non molto le 16.30 di oggi, martedì 13 maggio, quando il giudice monocratico Marco Tornatore ha letto la sentenza che mette fine al primo grado del processo sulla carenza idrica, nel 2022, al lago di Lod (Chamois). Il sindaco dell’unico comune d’Europa senz’auto, Lorenzo Mario Pucci, è stato condannato per deturpamento di bellezze naturali. La pena: 1800 euro di ammenda.

La sentenza include anche che l’imputato versi un risarcimento a Legambiente, costituitasi parte civile nel giudizio, il cui ammontare dovrà essere determinato in un separato giudizio. Il giudice ha altresì assolto il primo cittadino dalle altre due accuse mossegli: l’intervento su bene paesaggistico in assenza di autorizzazione (“perché il fatto non sussiste”) e il furto d’acqua (“per non aver commesso il fatto”).

83 anni, intenzionato a ricandidarsi alle prossime elezioni (come lui stesso ha sottolineato durante il processo, nel momento in cui ha reso spontanee dichiarazioni), Pucci all’uscita dall’aula dice “mi aspettavo un’assoluzione piena per poter definire questo il raggiungimento di un equilibrio tra un giusto processo e la verità. Se mi consentite, vorrei dedicare tutta questa vicenda lungamente impropria e assurda ai miei amici di Chamois e agli altri 73 Sindaci”.

Il capo d’imputazione per cui Pucci è stato condannato è relativo allo stato di secca dello specchio d’acqua (situato a 2.015 metri di altitudine) da cui, nell’impostazione accusatoria (la Procura aveva disposto anche una perizia), era derivata anche la morte della vegetazione lacustre. Nell’udienza di oggi, il pm Giovanni Roteglia aveva chiesto di condannare l’imputato a 4 mesi di reclusione e 23mila euro di multa per i reati di deturpamento di bellezze e intervento su bene paesaggistico in assenza di autorizzazione, istanza che il giudice Tornatore ha accolto solo in parte.

Per il furto d’acqua, lo stesso rappresentante della Procura ha chiesto al giudice di assolvere l’imputato. Sulla carenza idrica del lago aveva depositato un esposto Legambiente della Valle d’Aosta, che si è poi costituita nel processo. Un Comitato “SalvaLod” ha anche preso vita nel periodo dell’abbassamento. Le indagini erano state sviluppate dalla stazione di Antey-Saint-André del Corpo forestale della Valle d’Aosta, anche attraverso una perquisizione al complesso di approvvigionamento delle acque.

“Nella fascia di vegetazione acquatica vi sono specie di pregio di flora e fauna inserite nelle liste di protezione internazionale, – osserva dopo la sentenza Rosetta Bertolin, referente di Legambiente per le acque valdostane – come il Ranuncolo acquatico e il Poligono anfibio, marcite e ridotte in putrescenza. Anfibi ed altre specie di piccola fauna non hanno potuto riprodursi, e sono sparite: il Rospo comune, la Rana temporaria e la preziosissima libellula (Aeshna grandis) che solo l’anno prima animava la superficie dell’intero lago”. Per l’associazione ambientalista, il processo – durato tre anni – “segna un’importante presa di coscienza delle peculiarità ambientali del lago di Lod e della necessità della sua costante e vigile difesa”.

Altri due imputati, inizialmente coinvolti nell’inchiesta e che avevano chiesto di essere giudicati con il rito abbreviato (mentre Pucci ha scelto il dibattimento ordinario), erano stati assolti nel gennaio 2024 “per non aver commesso il fatto”. Si trattava dell’ex presidente del consorzio di miglioramento fondiario e del responsabile operativo della Cervino SpA, cui venivano contestati a vario titolo il deturpamento di bellezze naturali e il furto d’acqua (la tesi accusatoria era che l’acqua del lago fosse stata utilizzata, senza autorizzazione, per l’innevamento artificiale).

Nelle udienze che hanno preceduto quella odierna (l’inchiesta risale ad inizio 2023), i testimoni citati dalla difesa dell’imputato avevano riferito di altri abbassamenti in passato, mentre i rappresentanti di Legambiente e del Comitato per il lago hanno ripercorso l’accaduto, mentre l’imputato ha respinto la prospettazione di aver manipolato le paratie del pozzetto ripartitore ed anche quella di aver “dato ordine di toccare, attivare, o disattivare le paratie”. Pucci era difeso dagli avvocati Vincenzo Lepre e Fabio Fantini che, una volta disponibili le motivazioni della sentenza di oggi (attese entro 45 giorni), potranno decidere se proporre ricorso in appello.

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