La frode nelle pubbliche forniture, la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e la violazione del testo unico in materia di edilizia, nonché del codice dei beni culturali e del passaggio. Sono queste le ipotesi di reato contestate dalla Procura di Aosta, a vario titolo, ad undici persone, al termine di un’indagine che ha riguardato la realizzazione di alcuni interventi di sistemazione e valorizzazione di sentieri situati nella zona del Parco Nazionale del Gran Paradiso.
In particolare, a finire nel mirino degli inquirenti sono stati tre lotti di lavori, assegnati dall’assessorato regionale all’agricoltura e rientranti nel progetto “Giroparchi”: un’iniziativa finalizzata – attraverso vari tipi di opere, legate sostanzialmente alla rivalutazione della sentieristica esistente e alla creazione di nuovi tratti – a dar vita ad un percorso integrato di fruizione delle aree protette. Azioni finanziate anche con fondi comunitari, perché contemplate dal Programma attuativo regionale 2007/13 del Fondo per le Aree sottoutilizzate.
A ricevere, negli scorsi giorni, l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, coordinate dal pubblico ministero Carlo Introvigne, sotto l’egida del procuratore capo Paolo Fortuna, sono stati un funzionario dell’amministrazione regionale investito di funzioni di responsabile unico del procedimento, quattro liberi professionisti che hanno agito in qualità di direttori dei lavori e sei legali rappresentanti di cinque imprese cui competevano le opere, concluse tra il novembre 2014 e il febbraio dello scorso anno.
Secondo quanto emerso nelle indagini preliminari, svolte dal Corpo di sorveglianza del Parco Nazionale del Gran Paradiso e (per le parti all’esterno dell’area protetta) dai Carabinieri della stazione di Cogne, nella realizzazione dei tre lotti vi sarebbero numerose difformità rispetto ai rispettivi progetti esecutivi e diverse omissioni, di fatto con l’esecuzione di meno lavori rispetto a quanto previsto.
Non solo. A seconda dei casi, le opere sarebbero state realizzate in maniera difforme, o in variazione, dal permesso di costruire rilasciato dal comune di Cogne (per quelle in zona vincolata paesaggisticamente), oppure in modo non conforme, o in assenza, del nulla osta dell’Ente Parco Nazionale Gran Paradiso (per quelli su beni paesaggistici). Un quadro di contestazioni dal quale consegue anche, per le figure deputate al controllo dei lavori, la falsa attestazione della coerenza degli stessi con gli elaborati progettuali.
Gli addebiti mossi dalla Procura agli indagati riguardano la sistemazione e la valorizzazione: del sentiero dalla Valnontey al rifugio Sella (del tutto all’interno del parco e finanziato per 843mila euro); del giro della Valsavarenche, del giro della Grivola, del Tour de la Vallée de Cogne e del giro della Valnontey (non interamente nell’area protetta, 331mila euro); dell’“Itinerario rosso” Col Nivolet-Col Rosset-Rifugio Benevolo-Lago Pellaud e dell’“Itinerario blu” Bivacco Gonthier-Chevrère-Mont Blanc-Voix-Mélignon-Bruil (sia all’esterno, sia all’interno del parco, per un finanziamento di 202mila euro).
Ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini preliminari, i destinatari hanno ora la possibilità di presentare memorie, produrre documenti, chiedere al pubblico ministero ulteriori approfondimenti, oppure di essere sentiti, per chiarire la loro posizione rispetto a quanto contestato. Trascorso il termine per queste attività, il Sostituto procuratore deciderà – sulla base dei nuovi elementi eventualmente emersi – se procedere ad archiviazione, o chiedere il rinvio a giudizio.