Discarica Pompiod: chiuse le indagini, contestata a ex dirigente regionale anche induzione indebita

12 Giugno 2020

La discarica a Pompiod di Aymavilles doveva ricevere inerti, ma – concluse le indagini sul suo contenuto – per la Procura di Aosta è stata usata per smaltire rifiuti speciali non pericolosi. Per questo, il pm Eugenia Menichetti ha chiesto al Tribunale l’emissione di un decreto penale di condanna per abbandono illecito di rifiuti e discarica abusiva nei confronti di Umberto Cucchetti, 41 anni, del vercellese, legale rappresentante della società “Ulisse 2007 Srl”, che ha in gestione il sito, e Maria Antonietta Dellisanti, 54 anni di Torino, direttore tecnico dell’impianto per conto dell’azienda.

I conferimenti illeciti appurati

Gli smaltimenti illegittimi sono contestati dal 2018 (anno in cui la discarica ha riaperto a giugno, dopo un periodo di inattività) sino all’agosto 2019. Dagli accertamenti, che hanno visto anche l’effettuazione di una consulenza per la caratterizzazione dei rifiuti e le campionature del suolo, è stato appurato il conferimento, oltre a terra e rocce da scavo, di scorie di fusione con antimonio e fenolo, di pietrisco per massicciate ferroviarie contenente amianto e di rifiuti da desabbiamento nei quali sono stati rinvenuti idrocarburi pesanti. Tutti in quantità ritenute non nocive per l’uomo, ma che, a due passi dai vigneti più blasonati della “Plaine”, non avrebbero dovuto esserci.

Per il concorso di entrambi nel reato contestato, la Procura sollecita al Gip un’ammenda complessiva da 38.500 euro. Chiamata in causa, in qualità di ente responsabile per l’illecito amministrativo dipendente dai reati commessi dall’amministratore e dal direttore tecnico, anche la stessa “Ulisse 2007”, per la quale il pubblico ministero ha proposto al giudice una sanzione da 64.500 euro.

Abuso d’ufficio per l’ex dirigente

Un avviso di garanzia per abuso d’ufficio, a chiusura delle indagini svolte, è invece stato notificato all’ex dirigente regionale della Struttura attività estrattive, tutela delle acque e gestione rifiuti, Ines Mancuso, 60 anni di Aosta. Secondo gli inquirenti, avrebbe consentito alle società che si sono succedute a Pompiod “un ingiusto vantaggio patrimoniale”, consentendo loro “di gestire, di fatto, una discarica per rifiuti speciali non pericolosi”, anziché di meri inerti, e di percepire “i conseguenti maggiori profitti”.

La contestazione al dirigente oggi in pensione affonda le radici nell’aver sottoscritto, o curato l’istruttoria e l’approvazione di diversi atti “autorizzativi, in contrasto con i pareri tecnici formulati da Arpa Valle d’Aosta ed in assenza di un interesse pubblico idoneo a giustificarli, carenti della necessaria imparzialità e volti a soddisfare meri interessi privatistici dei destinatari”. Si tratta di due provvedimenti dirigenziali firmati da Mancuso nel 2010 e nel 2018, nonché di una delibera della Giunta regionale del 2016.

Atti che, stando all’inchiesta, avrebbero, tra l’altro, portato una discarica di dimensioni contenute e tutto sommato di “entry-level” nella catena dello smaltimento, come Pompiod, a risultare la prima in Italia per tipologia di rifiuti depositabili, con 128 Codici del catalogo europeo ammissibili. Dalle investigazioni di Corpo Forestale e Guardia di finanza è emerso che nell’impianto immediatamente successivo nell’ideale classifica, situato in Veneto, non ne vengono accolti più di 64. Una constatazione che, assieme ad altre risultanze inquirenti, mette in dubbio l’opportunità dei provvedimenti adottati dalla Dirigente nel tempo.

Due richieste di archiviazione

Per altri due coinvolti nelle indagini, scaturite da un esposto di cittadini giunto in via Ollietti a ridosso della riapertura del sito, la Procura ha chiesto al giudice l’archiviazione delle rispettive posizioni. Parliamo di Silvio Cuneaz (ex gestore, cui fa capo la società proprietaria del terreno ove sorge l’impianto) e di Fabrizio Zandonatti, legale rappresentante dell’azienda piemontese “Agrigarden Ambiente Srl. Dalle indagini non sono emersi profili di loro responsabilità nel deposito di rifiuti incompatibili.

Accertamenti della Dda di Torino

La discarica, intanto, resta sotto sequestro preventivo, disposto dal pm Menichetti a fine maggio e convalidato dal Gip Giuseppe Colazingari negli scorsi giorni. Da quanto emerso nelle indagini, i rifiuti indebitamente sversati ad Aymavilles arrivavano da Lombardia, Toscana e Liguria. Provenienze che, per l’esistenza nelle loro prossimità di altri siti di smaltimento, non fanno escludere l’ipotesi di attività organizzate per lo smaltimento illecito dei materiali in Valle. Un reato che, per il suo spessore e per le trame da criminalità organizzata che lascia intravedere, è di competenza della Procura distrettuale di Torino, che sta conducendo accertamenti su questo aspetto.

“Do ut des” sulla discarica di Brissogne

Tra le pieghe dell’indagine è poi emerso anche un altro episodio, del dicembre 2019, che non riguarda Pompiod. In concorso con Antonio Romei, 64 anni di Lucca, legale rappresentante della “Enval Srl”, società che dal 1° gennaio di quest’anno gestisce la discarica per rifiuti solidi urbani di Brissogne, Ines Mancuso è indagata anche per induzione indebita a dare o promettere utilità. Nella ricostruzione della Procura, abusando della sua qualifica ed in particolare “del potere di revocare o far revocare l’autorizzazione all’esercizio” dell’impianto, l’allora dirigente avrebbe spinto il titolare dell’azienda ad assumere due suoi conoscenti.

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