L’ex consigliere regionale esce definitivamente dal processo. Gli altri quattro imputati, Raso, Giachino, Prettico e Carcea, dovranno affrontare un nuovo giudizio in Corte d’Appello. La sentenza letta attorno alle 20 di oggi, martedì 24 gennaio.
Nella richiesta di archiviazione della Procura distrettuale, accolta dal Gip del Tribunale di Torino, si parte dal condizionamento elettorale “obiettivamente riscontrato” dall’inchiesta. A mancare è però la prova dell’accordo con i candidati indagati.
In un’unica pagina tutta la storia dell’inchiesta sulle infiltrazioni del crimine organizzato, dagli arresti scattati il 23 gennaio 2019 alle udienze ad Aosta e Torino. Una “mappa” per raccapezzarsi in una vicenda dai tanti capitoli.
La pronuncia di colpevolezza è arrivata dal Gup per i fratelli Daniele e Luciano Cordì. L’ex dirigente del Casinò Walter Romeo assolto “per non aver commesso il fatto”. Ha patteggiato Pasqualina Macrì, la quarta persona a giudizio.
Depositate le motivazioni al verdetto di secondo grado con rito abbreviato, quello in cui – lo scorso 19 luglio a Torino – erano state confermate le condanne per le figure ritenute ai vertici del sodalizio aostano.
Nelle motivazioni della sentenza d'appello del processo Geenna, i magistrati di Torino ripercorrono i ruoli dei condannati Antonio Raso, Nicola prettico ed Alessandro Giachino, nonché della concorrente esterna Monica Carcea.
Depositate le motivazioni della sentenza con cui i giudici di secondo grado, lo scorso 19 luglio, hanno assolto l’ex consigliere regionale dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, rovesciando il giudizio di primo grado.
La “locale” di ‘ndrangheta viene riconosciuta dai giudici di abbreviato e ordinario, ma sul concorso esterno di Marco Sorbara i magistrati decidono per l’assoluzione. Si chiude così il secondo grado del processo sulle infiltrazioni in Valle.
Caratterizzato dalle dichiarazioni del condannato quale figura di rilievo della “locale" di Aosta, il processo, dopo la replica della pg Dalosio e le controrepliche di alcuni avvocati, è stato aggiornato al 15 luglio, data in cui è attesa la sentenza.
Nel processo di secondo grado ai cinque condannati dal Tribunale di Aosta in dibattimento ordinario si sono tenute oggi, a Torino, le discussioni di Regione, comuni di Aosta e Saint-Pierre e Libera, nonché dei legali di Prettico e Raso.
Si tratta del filone processuale che interessa gli 11 imputati che avevano scelto inizialmente di essere processati con il rito abbreviato. Tra loro, alcune figure ritenute di spicco della “locale” di Aosta: Bruno Nirta, i fratelli Di Donato e Francesco Mammoliti.
Alcune difese, tra le quali quella di Bruno Nirta, ritenuto il “coordinatore” della “locale” di ‘ndrangheta di Aosta, potrebbero rinunciare ai motivi di ricorso in Appello, a fronte di una riduzione della condanna.
Per gli altri imputati - i presunti "partecipi" Prettico e Giachino e gli accusati di concorso esterno Sorbara e Carcea - la richiesta è di confermare la sentenza di primo grado. Prossima udienza il 31 maggio.
All’udienza di oggi, lunedì 3 maggio, oltre alla relazione introduttiva e ad alcune istanze difensive, ha preso il via la requisitoria del pg Valerio Longi, soffermatosi sugli elementi costitutivi della “locale” alla base delle indagini.
Riguarderà le figure ritenute dalla Dda di Torino e dai Carabinieri di maggior spicco nella “locale” di Aosta: Bruno Nirta, Marco Fabrizio Di Donato, suo fratello Roberto Alex Di Donato e Francesco Mammoliti.
Notificati gli avvisi di conclusione delle indagini a: Luca Bianchi, Stefano Borrello, Antonio Fosson, Renzo Testolin e Laurent Viérin, nonché ai protagonisti del processo “Geenna” Roberto Alex Di Donato, Alessandro Giachino e Antonio Raso.