Alpinista disperso sul Monte Rosa, esito negativo delle ricerche

I soccorritori valdostani e piemontesi, che per tutto ieri hanno battuto i rispettivi versanti del Monte Rosa, hanno deciso, al termine del pomeriggio, lo stop alle operazioni. Del 37enne, di nazionalità ungherese, mancano notizie da sabato scorso.
Ákos Győrffy
Cronaca

Sono state sospese, dopo aver dato esito negativo per tutta la giornata di ieri, giovedì 6 aprile, le ricerche dell’alpinista ungherese, partito da Staffal (Gressoney-La-Trinité) per una escursione sul Monte Rosa, di cui mancano notizie da sabato scorso. Le operazioni per individuare il 37enne Ákos Győrffy, che aveva con sé un parapendio, hanno impegnato il Soccorso Alpino Valdostano e della Guardia di finanza, nonché il Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico.

In particolare, tecnici e guide valdostani si sono concentrati sul versante nostrano della montagna, dal Col del Lys, mentre le squadre piemontesi hanno esplorato il fronte est della cima. Secondo quanto ricostruito, l’alpinista era partito sabato nel pomeriggio dalla capanna Gnifetti, a 3.647 metri di altitudine. Dopo non aver ottenuto risultati, i due gruppi di soccorritori hanno tenuto una riunione di coordinamento a fine pomeriggio, decidendo lo “stop”.

Si ipotizza che l’uomo, la cui vettura è stata individuata parcheggiata a Staffal dai Carabinieri, fosse diretto alla capanna Margherita, a quota 4.556 metri, ma la sua traccia Gps (rilanciata da un dispositivo che aveva con sé) s’interrompe prima. E’ verosimile, secondo i soccorritori, che ciò sia accaduto per l’assenza di copertura dati lungo l’itinerario, ma il rifugio mèta del 37enne presenta connettività, quindi raggiungendolo la traccia sarebbe stata completata. L’ipotesi è che possa aver avuto un problema, finendo magari in un crepaccio.

A lanciare l’allarme erano stati, mercoledì, i familiari dell’uomo, non avendo più sue notizie e non vedendolo rientrare. E’ noto come preparato fisicamente, non digiuno di alta montagna (secondo i media ungheresi era previsto che domani, 8 aprile, partisse per scalare il Kangchenjunga, terza vetta più alta al mondo, da affrontare senza bombole di ossigeno). Mercoledì, visti il maltempo e la scarsa visibilità in quota, i’elicottero con a bordo i tecnici del Sav non aveva potuto compiere più che una ricognizione nella zona della Gnifetti, senza poter estendere il sorvolo.

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