Furti, trentaduenne assolto per 54 “colpi” in Valle nel 2016

Taulant Qoshja era stato arrestato nell’operazione dei Carabinieri “Alba Bianca”, condotta nel luglio 2016 a Torino e provincia. Per il suo avvocato, aveva già definito, patteggiando a Cuneo, la sua posizione.
Tribunale di Aosta
Cronaca

Gli inquirenti lo ritenevano il “braccio destro” del capo di un gruppo di albanesi specializzato in furti, entrato in azione tra Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta e sgominato dall’operazione dei Carabinieri “Alba bianca”, condotta nel luglio 2016 a Torino e provincia. Al termine dell’udienza tenutasi oggi, martedì 15 gennaio, il giudice monocratico del Tribunale di Aosta Marco Tornatore ha però assolto il 32enne Taulant Qoshja per i cinquantaquattro furti, in abitazione e negli uffici di stazioni sciistiche, che gli venivano contestati dalla Procura nella nostra regione.

Nel chiedere di condannare l’imputato a 7 anni e 6 mesi di carcere, il pm Carlo Introvigne aveva addotto quale prova della sua colpevolezza soprattutto la correlazione tra “le intercettazioni e localizzazioni telefoniche” e “le occasioni in cui era stato identificato alla guida di auto” nelle vicinanze dei luoghi svaligiati (in controlli compiuti “senza fargli sospettare l’attività” investigativa in corso). Nel merito dei “colpi” andati a segno in Valle, per l’accusa rilevante era soprattutto “la professionalità” di Qoshja, “data dalla disponibilità a passare notti all’addiaccio, a usare auto dedicate a utilizzare sim card diverse”.

Il pm ha quindi osservato come l’imputato avrebbe dovuto rispondere anche di “associazione a delinquere”, ma “l’andatura della vicenda processuale è stata sfortunata” e, per quell’accusa, “c’è stato il non luogo a procedere in udienza preliminare”. Il processo aostano si è quindi incardinato sull’accusa dei “cinquantaquattro furti commessi tra l’8 aprile e il 18 giugno 2016”. Si tratta di quelli “che gli si è potuto ricondurre in Valle d’Aosta”, ma “non v’è dubbio che ne siano stati commessi altri”, perché le sentenze dei procedimenti celebrati nel frattempo a carico del gruppo in altri Tribunali “riguardano un arco temporale più esteso”.

Proprio su queste considerazioni ha puntato il difensore dell’imputato, Massimo Ghellini del foro di Torino. “Qoshja – ha detto – è stato arrestato il 18 giugno 2016 e quindi dopo non può aver commesso fatti”. Dopodiché, ha “ricevuto l’avviso di chiusura delle indagini, per l’associazione a delinquere”. Dinanzi al Gup cade l’ipotesi “di essere l’ideatore del gruppo”, ma “nonostante tale esito, scatta questo procedimento, in cui l’accusa associativa scompare”.

Nel processo “si è seguito il percorso logico di capire il suo ruolo e un testimone ci ha detto che usava un’auto” vicino ai luoghi dei furti. Questo aspetto però, secondo l’avvocato, è “già stato definito”, con un precedente patteggiamento di Qoshja al Tribunale di Cuneo. Affermazioni cui il pm ha replicato, sostenendo con vigore che “l’azione penale non è stata esercitata” solo per il presunto ruolo rivestito nel sodalizio criminale, ma “per tutti i reati”. Il giudice, dopo essersi procurato una copia della sentenza cuneese menzionata, si è quindi ritirato in camera di consiglio. All’uscita, attorno alle 14, l’assoluzione dell’imputato.

0 risposte

  1. Spero tanto che il signor Giudice non si sbagli, in ogni caso, in barba alla gentilezza giuridica, speriamo arrivi presto la legge sulla legittima difesa.

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