A giugno andrà in pensione, ma nel mentre il giudice Franco Angelo Maria De Bernardi, arrestato nel luglio del 2013 e condannato nel 2016 in primo grado a 8 anni per corruzione in atti giudiziari, può tornare ad esercitare al Tar della Valle d’Aosta. Ad assegnarlo è stato il “Csm” amministrativo.
Come racconta oggi Corriere.it il giudice aveva rivendicato il diritto dopo 6 anni di non restare indefinitamente “sospeso in via cautelare” in attesa di appello e Cassazione.
Il 18 luglio 2013 il giudice del Tar Lazio, Franco Angelo Maria De Bernardi, è stato arrestato con l’accusa di essersi accordato con una avvocato amministrativista (che patteggerà poi 3 anni e mezzo) “per indirizzare clienti presso lo studio legale e porre in essere a loro favore indebite interferenze su assegnazioni, procedure e decisioni”. Pochi giorni dopo scatta, quindi, collegata all’arresto la sospensione cautelare dal servizio.
Il 22 luglio 2016 il Tribunale di Roma condanna in primo grado il magistrato a 8 anni e all’interdizione perpetua dei pubblici uffici. Il 20 marzo 2017, al posto della sospensione facoltativa, viene disposto un altro periodo di quella automatica. Solo che l’appello non è ancora stato fissato. E per la Consulta è incostituzionale, in quanto manifestamente eccessiva, una sospensione lunga quanto la prescrizione del reato.
Dal Tribunale amministrativo valdostano, il Presidente Andrea Migliozzi fa sapere in una nota di essersi “limitato a prendere atto dell’avvenuta assegnazione d’ufficio a questo Tribunale del dottor Franco Angelo Maria De Bernardi dal 18 luglio 2018. In ragione di quanto disposto dall’Organo di autogoverno ho doverosamente inserito il dottor De Bernardi nei collegi giudicanti secondo il calendario di udienza. Allo stato peraltro non è noto se siano state attivate e/o in corso di adozione da parte del Consiglio di presidenza della Giustizia amministrativa eventuali, ulteriori procedure cautelative nei confronti del predetto dottor De Bernardi”.