Forse non proprio un “girone dantesco”, ma poco ci manca. Gli inquilini del grattacielo di Aosta sono in “ebollizione”, la situazione della struttura – con le case cui sono destinati ad andare ad abitare a pochi metri, il nuovo complesso dietro il Cral Cogne del “Contratto di quartiere 1” – è ormai oltre il limite dell’abitabilità.
Ieri l’incontro di una delegazione con il Sindaco Fulvio Centoz: “Dopo un mese dall’ultima riunione – spiegano i rappresentanti degli inquilini – non abbiamo avuto risposte. Ci hanno detto che dal 15 agosto sarebbero cominciati gli spostamenti e non è successo nulla. Il Sindaco dice che mancano ancora i documenti dalla ditta, ma qui le case ci stanno cadendo addosso, abbiamo gli scatoloni in casa dallo scorso ottobre e viviamo tra il degrado, il pericolo, gli spacciatori, con gente che si prende a bottigliate di notte. Non vogliamo essere la prossima ‘Genova’, ma lo saremo”.
Le famiglie sono poco più di una cinquantina, e alla fatiscenza degli alloggi si aggiunge il dramma delle cantine e dei garage – costellati di tacconi, fascette per chiudere i tubi, iniezioni nei pilastri – e anche delle facciate esterne, con pezzi di intonaco che si staccano, cadono a terra.
“Chiamiamo i pompieri per le tubature un giorno sì e uno no – proseguono i delegati degli abitanti del grattacielo –, le caldaie sono rotte, c’è gente che vive nelle cantine mentre i contatori, sottoterra, sono coperti da un telone perché non ci finisca l’acqua sopra. Se va via luce io scendo con il coltello. Noi un altro inverno qui, al freddo, non lo possiamo fare. Ci sono anziani, disabili, gente che sta male, qui non è possibile vivere, passiamo le notti insonni da trent’anni con la paura che la casa ci cada in testa mentre Aps e Arer si rimbalzano le responsabilità”.
Il Sindaco di Aosta ha ascoltato, ieri, gli inquilini. In settimana la documentazione mancante dovrebbe – il condizionale è d’obbligo – arrivare: “Ci siamo impegnati a non fa loro passare un altro inverno nel grattacielo – spiega Centoz – e ad adottare tutte le soluzioni possibili per evitarlo, questa è la linea. Aspettiamo la documentazione che manca questa settimana”.
Documentazione “incastrata” nel ginepraio tra due ditte, con Centoz che adombra – ma come “extrema ratio” – la possibilità di firmare un decreto d’urgenza, in deroga, per affidare i nuovi appartamenti: “Manca ancora la certificazione di alcuni impianti – chiude il Primo Cittadino –, ci sono stati problemi tra la ditta appaltatrice e quella in subappalto e sono in contenzioso. Assumermi l’onere di firmare un decreto d’urgenza significa andare in un nuovo contenzioso con ditta, scenario che vorrei evitare e che considero un ‘piano’ estremo. Stiamo facendo delle pressioni informali per avere quello che ci serve, ci basta la minima agibilità per cominciare gli spostamenti”.