C’è anche la Valle d’Aosta tra le regioni in cui all’alba di oggi, martedì 1° marzo, la Polizia ha eseguito perquisizioni, nell’ambito di una indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Termini Imerese (Palermo) contro il commercio su Internet di Green pass falsi, da parte di un’organizzazione criminale specializzata.
Al termine di accertamenti informatici, gli investigatori hanno messo a fuoco una struttura che pubblicizzava, attraverso alcuni canali dell’applicazione “Telegram”, la vendita di certificazioni verdi Covid-19 a persone che non si erano sottoposte a vaccinazione. Aosta è una delle quindici province italiane ove gli inquirenti hanno individuato utilizzatori dei certificati falsi, che sono stati denunciati all’autorità giudiziaria. Le altre sono: Roma, Cremona, Cosenza, Luca, Caltanissetta, Agrigento, Palermo, Bologna, Olbia, Bari, Venezia, Treviso, Mantova e Salerno.
Sono 20, in tutto, le perquisizioni scattate in varie parti d’Italia, che hanno visto il sequestro di Green pass cartacei, ma anche dei trenta dispositivi informatici sui quali erano memorizzate le certificazioni in formato digitale. Venticinque, al momento, gli indagati per il possesso della falsa certificazione. Tra di loro, anche un dipendente pubblico e un appartenente alle forze dell’ordine, nonché dei minori: i genitori risultavano aver acquistato il falso green pass per non sottoporli al vaccino.
A quanto emerso dalle indagini, per comprare uno dei certificati in vendita occorrevano circa 300 euro e, come nelle più moderne tecniche di marketing per prodotti legittimi, erano previsti degli “sconti famiglia” per chi comprava più certificati. I falsi Green Pass venivano “consegnati” direttamente via messaggistica agli acquirenti.