Indagine sui sentieri del progetto “Giroparchi”: il pm chiede dieci rinvii a giudizio

Formulata anche, rispetto al novero iniziale degli indagati, una richiesta di archiviazione. I reati contestati dalla Procura sono la frode nelle pubbliche forniture, la falsità commessa dal pubblico ufficiale e altre violazioni paesaggistiche ed edilizie
Cronaca

Trascorso il termine a disposizione degli indagati e ripercorsi gli atti, il pubblico ministero Carlo Introvigne ha richiesto al Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Aosta dieci rinvii a giudizio e un’archiviazione relativamente all’inchiesta sui lavori di sistemazione e valorizzazione di sentieri situati nella zona del Parco Nazionale del Gran Paradiso. Agli imputati la Procura contesta, a vario titolo, la frode nelle pubbliche forniture, la falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale e la violazione del testo unico in materia di edilizia, nonché del codice dei beni culturali e del paesaggio.

Le richieste di rinvio a giudizio riguardano: un funzionario dell’amministrazione regionale investito di funzioni di responsabile unico del procedimento (Alessandro Ceccon, 47 anni di Aosta); quattro liberi professionisti che hanno agito in qualità di direttori dei lavori (Duillio Gal, 51 anni, di Châtillon; Aldo Neyroz, 58, di Sarre; Manuel Lavoyer, 38, di Pontey; Mauro Andrea Perino, 45, di Bollengo) e cinque legali rappresentanti di imprese (Mario Nera, 57, delle '3A spa' e '3A srl' ed Egidio Pelini, 43, della 'Ecn34', entrambi di Roma; Simona Maccarone, 34, di San Gregorio di Catania e Domenico Cavallaro, 43, di Catania, della 'Ingegneria e ambiente srl'; Ennio Da Canal, 57, di Quart, della 'Ecoval srl'). La richiesta di archiviazione è formulata per un 38enne catanese, cui era stato recapitato l’avviso di chiusura delle indagini preliminari, ma che gli accertamenti successivi hanno evidenziato non rivestire posizione di rappresentanza aziendale.

Gli inquirenti – il Corpo di Sorveglianza del Parco Nazionale del Gran Paradiso e, per le parti all’esterno dell’area protetta, i Carabinieri della stazione di Cogne, coordinati dal pm Introvigne, sotto l’egida del Procuratore capo Paolo Fortuna – si erano concentrati in particolare su tre lotti di lavori, assegnati dall’Assessorato regionale all’agricoltura e rientranti nel progetto “Giroparchi”, finalizzato a dar vita ad un percorso integrato di fruizione delle riserve naturali. Avevano concluso (la chiusura indagini risale allo scorso novembre) che nella realizzazione delle opere – finanziate anche con fondi comunitari, perché contemplate dal Programma attuativo regionale 2007/13 del Fondo per le Aree Sottoutilizzate – vi sarebbero numerose difformità rispetto ai rispettivi progetti esecutivi, oltre a diverse omissioni.

In termini generali, sarebbero stati eseguiti meno lavori rispetto a quanto previsto. Inoltre, a seconda dei casi, i lavori sarebbero avvenuti in maniera difforme, o in variazione, dal permesso di costruire rilasciato dal comune di Cogne (per quelli in zona vincolata paesaggisticamente), oppure in modo non conforme, o in assenza, del nulla osta dell’Ente Parco Nazionale Gran Paradiso (per quelli su beni paesaggistici).

Le irregolarità contestate dalla Procura riguardano la sistemazione e la valorizzazione: del sentiero dalla Valnontey al rifugio Sella (del tutto all’interno del parco e finanziato per 843mila euro); del giro della Valsavarenche, del giro della Grivola, del Tour de la Vallée de Cogne e del giro della Valnontey (non interamente nell’area protetta, 331mila euro); dell’“Itinerario rosso” Col Nivolet-Col Rosset-Rifugio Benevolo-Lago Pellaud e dell’“Itinerario blu” Bivacco Gonthier-Chevrère-Mont Blanc-Voix-Mélignon-Bruil (sia all’esterno, sia all’interno del parco, per un finanziamento di 202mila euro).

Sarà ora il Gup del Tribunale, ricevuta l'istanza del Pubblico ministero, a dover stabilire la data dell’udienza preliminare per definire le posizioni dei dieci imputati, nonché a pronunciarsi sulla richiesta di archiviazione.

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