Lettere di “patronage”, Rollandin chiede l’abbreviato

In ragione dell'istanza dell'ex Presidente della Regione, accusato di abuso d'ufficio, salta l'udienza dinanzi al collegio di tre magistrati fissata per il prossimo 29 maggio. Attesa dal Tribunale la nuova data.
Casinò - Augusto Rollandin
Cronaca

Richiesta di rito abbreviato. E’ la “contromossa”, formalizzata negli scorsi giorni dal difensore di Augusto Rollandin, a fronte della scelta della Procura di optare per il giudizio immediato dell’ex Presidente della Regione, nell’inchiesta sulle tre lettere di “patronage” inviate dal Capo dell’Esecutivo nella primavera 2014 ad altrettante banche creditrici del Casinò de la Vallée.

A questo punto, vista l’istanza del consigliere regionale prossimo alla sospensione (per la condanna per corruzione in un altro procedimento), non si procederà più all’udienza già fissata per il prossimo 29 maggio, dinanzi ad un collegio di tre magistrati. Sarà il Tribunale a doversi pronunciare sull’ammissibilità dell’imputato al rito alternativo, fissando una nuova data (che, probabilmente, sarà successiva) per il processo che verrà celebrato da un giudice monocratico.

L’abbreviato era una delle tre opzioni a disposizione di Rollandin (le altre due erano chiedere un patteggiamento, o presentarsi all’udienza collegiale), che in questa vicenda è chiamato a rispondere di abuso di ufficio. Le indagini, durate meno di un mese, erano state condotte dal Gruppo Aosta della Guardia di finanza, comandato dal tenete colonnello Francesco Caracciolo, e coordinate dal pm Luca Ceccanti.

Le lettere – che la Procura guidata da Paolo Fortuna ritiene rappresentare delle vere e proprie garanzie patrimoniali (per un totale di 19 milioni, nei confronti della Bccv, della Banca Passadore e della Banca Popolare di Sondrio), sottoscritte da Rollandin in assenza di atti di autorizzazione di Consiglio o Giunta regionali – non erano mai state consegnate agli inquirenti dall’amministrazione regionale, malgrado le numerose acquisizioni documentali in quel periodo, per le inchieste penale e contabile sui finanziamenti erogati alla casa da gioco.

Una volta recuperate le missive, gli inquirenti hanno proceduto a perquisizioni negli uffici di Regione e Casinò, oltre a sentire numerose “persone informate sui fatti”, tra funzionari pubblici, bancari e diversi politici (tra i quali l’intera Giunta in carica al tempo). Rollandin, difeso nella vicenda dall’avvocato Giorgio Piazzese di Torino, è stato invitato a comparire due volte, durante le indagini, scegliendo di non presentarsi. Questo elemento, unito al ritenere raggiunta la “prova evidente” del reato contestato, ha spinto la Procura alla richiesta di giudizio immediato.

La richiesta di abbreviato, qualora accettata, farà sì che il procedimento si svolga senza sentire testimoni in aula: saranno solo gli atti contenuti nel fascicolo processuale ad essere considerati dal giudice per la sua decisione. In sostanza, cosa fossero quelle lettere saranno le stesse a dirlo, assieme al materiale probatorio raccolto nelle indagini chiuse in un batter di ciglia. Visto che lo sfondo è il Casinò, se fosse una partita di “poker americano” sarebbe un “all in” da entrambi i lati del tavolo cui siedono difesa e accusa. La sentenza dirà chi aveva la mano migliore.

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