La Procura di Aosta ha iscritto due persone nel registro degli indagati, nell’ambito del fascicolo aperto sulla manifestazione “Adesso basta! La Dad è la morte della scuola” tenutasi sabato 24 aprile scorso in piazza Chanoux, ad Aosta, per protestare contro le misure introdotte per il contenimento del Covid-19 e, in particolare, per chiedere l’eliminazione della didattica a distanza. All’appuntamento avevano partecipato circa 200 persone, molte senza mascherina e scarsamente osservanti del distanziamento.
Luca Vesan, portavoce del Comitato valdostano per la tutela dei diritti umani e costituzionali, promotore dell’iniziativa, è indagato per offesa all’onore e al prestigio del Presidente della Repubblica, nonché per villipendio delle istituzioni costituzionali e delle forze armate. Le due contestazioni discendono dai contenuti dell’intervento tenuto dal rappresentante del Comitato sul palco, in particolar modo da alcune frasi proferite nei confronti del Capo dello Stato, dei premier che hanno gestito la pandemia e del Ministro della salute.
Le frasi sulle autorità
Il presidente Sergio Mattarella è stato indicato da Vesan come responsabile di “alto tradimento” nei confronti della popolazione. Dei due ultimi presidenti del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte e Mario Draghi, il portavoce ha invece detto di ritenerli “colpevoli di essere al servizio delle banche e della massoneria nera, di abuso di potere, di aver agito illegittimamente, vessando allo stremo il popolo italiano in nome di un nome di una presunta sicurezza sanitaria”.
Agli occhi di Vesan, il ministro Roberto Speranza è, per parte sua, “colpevole, con la sua mediocrità e collusione mafiosa con le lobby delle case farmaceutiche”, di “aver sistematicamente assassinato decine di migliaia di persone affette” dal nuovo Coronavirus e di essere il “mandante di tali omicidi”, eseguiti “dai medici” attraverso un “protocollo inefficace e dannoso”.
Il parlamentare e l’assembramento
L’altra indagata è la deputata Sara Cunial, ospite dell’iniziativa, ma finita nel fascicolo per fatti avvenuti a margine dell’evento. Eletta alla Camera nel 2018 nelle fila del Movimento5Stelle (da cui è stata poi espulsa per dissidi sulla linea politica) e passata al Gruppo misto nell’aprile 2019, le vengono contestati il rifiuto d’indicazioni sulla propria identità personale, l’oltraggio e la minaccia ad un pubblico ufficiale.
Ipotesi che affondano le loro radici nell’intervento della Guardia di finanza, prima della manifestazione, dinanzi ad un locale di via Gramsci, per sciogliere un assembramento, che includeva anche la parlamentare. Per quel frangente, la Procura addebita alla deputata (di cui sono note le posizioni no-vax) di aver risposto alla richiesta dei militari, che intendevano identificarla, senza consegnare documenti, sostenendo di essere un parlamentare, invocando l’immunità ed adducendo che, per capire di chi si trattasse, sarebbe bastato chiedere in piazza.
Il controllo in piazza Chanoux
La stessa pattuglia delle “Fiamme gialle” è poi entrata, in seguito, nuovamente in contatto con l’onorevole, nei pressi del palco montato dinanzi al Municipio, cercando di procedere ancora all’identificazione. In quel caso, Cunial – stando alla relazione degli operanti – ha consegnato un tesserino della Camera, per poi riprenderlo però arbitrariamente dalle mani di un militare, sostenendo che lo avesse tenuto per un tempo già sufficiente.
Inoltre – continua l’accusa – dopo aver affermato che sarebbe stata la pattuglia a dover fornire a lei le generalità (e non il contrario), avrebbe detto al finanziere di vergognarsi per il comportamento tenuto, oltre a minacciarlo di fargli avere dei problemi qualora il locale del controllo iniziale fosse stato raggiunto da sanzioni o provvedimenti (cosa peraltro poi accaduta, dal momento che ne è stata disposta la chiusura temporanea in ragione dell’assembramento riscontrato).