Morì in cantiere ad Ayas, condannato il direttore dei lavori

All’architetto Alex Gaspard, 35 anni, il Gup Paladino ha inflitto quattro mesi di reclusione (pena sospesa). L’incidente in cui perse la vita l’idraulico Piero Jaccod avvenne, in un cantiere a Periasc di Ayas, il 25 ottobre 2017.
Il luogo dell'incidente
Cronaca

Si è chiuso oggi, al Tribunale di Aosta, il ciclo processuale scaturito dall’incidente sul lavoro in cui, il 25 ottobre 2017, perse la vita l’idraulico 44enne Piero Jaccod, in un cantiere a Periasc di Ayas. L’imputato ancora in attesa di giudizio, l’architetto Alex Gaspard, 35 anni, è stato condannato dal Gup Davide Paladino a 4 mesi di reclusione (pena sospesa). L’accusa, mossa al professionista in qualità di direttore dei lavori, era di omicidio colposo.

Il processo si è tenuto con il rito abbreviato. Il pm Francesco Pizzato aveva chiesto, per l’imputato, una condanna a sei mesi di carcere. La Procura contestava all’imputato di non aver preteso, nella sua veste professionale, che l’impresa esecutrice delle opere (una posa di tubazioni fognarie all’interno di uno scavo) redigesse il piano operativo di sicurezza. Inoltre, l’imputazione includeva la mancata esecuzione di misure preventive, pur essendo a conoscenza delle caratteristiche del cantiere.

Dalle indagini era emerso, peraltro, che l’imputato si trovasse in cantiere un’ora prima dell’incidente. Quel pomeriggio, Jaccod era all’interno dello scavo, risultato profondo due metri e venti circa, ed aveva chiesto all’escavatorista all’opera di raggiungerlo ed aiutarlo. Quando i due avevano terminato e stavano per uscire, la parete è crollata, travolgendo l’idraulico ed uccidendolo. L’altro lavoratore era riuscito a liberarsi, riportando alcune lesioni.

Secondo quanto appurato dall’inchiesta, a partire da una profondità di un metro e cinquanta sarebbero state obbligatorie delle opere di contenimento della parete scavata. Inoltre, nella ricostruzione della Procura il materiale di riporto dello scavo era stato accumulato ai margini dello stesso, aumentando così il peso sui versanti non protetti. Per l’incidente, nel luglio 2018, era stato condannato ad otto mesi (pena sospesa) l’impresario Fabrizio Merlet, titolare dell’azienda esecutrice delle opere (e datore di lavoro dell’escavatorista ferito, che tuttavia non aveva sporto denuncia).

Come già nel precedente processo, anche nel procedimento nei confronti di Gaspard, assistito dall’avvocato Ivan Pasquettaz, i famigliari di Jaccod si sono costituiti parte civile. La sentenza del Gup include anche la condanna a risarcire il danno patito, la cui quantificazione è stata rimandata ad un separato giudizio civile.

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