Morì in parapendio, la Procura affida una consulenza tecnica sul volo

29 Aprile 2022

Una consulenza tecnica sul volo in parapendio in cui, lo scorso 24 marzo, ha perso la vita sulle alture di Sarre la guida alpina Philippe Favre, 41 anni. Ad attribuirla, nell’ambito del fascicolo aperto sull’incidente, la Procura di Aosta, con il pm Manlio D’Ambrosi che ha assegnato oggi, venerdì 29 aprile, l’incarico all’ingegner Giorgio Guglieri, docente di meccanica del volo al Politecnico di Torino.

Il professionista ha richiesto 90 giorni per completare la relazione tecnica. Il quesito postogli si concentra, in particolare, sul funzionamento delle vele utilizzate dalla guida (con particolare riferimento a quella d’emergenza), sequestrate sulla scena dell’incidente. Nella prima ricostruzione dell’accaduto, il parapendio di Favre si sarebbe chiuso improvvisamente, facendolo precipitare al suolo. La consulenza mira quindi ad approfondire se il pilota non sia riuscito ad aprire la vela d’emergenza, o se la manovra non sia riuscita per un malfunzionamento.

Per parte sua, la famiglia della vittima, rappresentata dall’avvocato aostano Davide Sciulli, ha nominato quale consulente di parte Stefano Benassi, specialista qualificato in investigazioni sugli incidenti ad ala rotante dall’NTSB americano. “Ci affidiamo, in questa fase, – sottolinea l’avvocato Sciulli – al lavoro della Procura”.

Favre era precipitato al suolo poco più in alto delle case del villaggio di Thouraz, a circa 1.600 metri di altitudine. La zona dell’incidente non è lontana dalla radura in cui i praticanti della disciplina si lanciano. Gli accertamenti sull’accaduto sono affidati al Corpo forestale della Valle d’Aosta. Il fascicolo, al momento senza indagati, è aperto per l’ipotesi di omicidio colposo: è la formulazione scelta, in eventi del genere, per poter compiere gli approfondimenti.

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