Acquisita la cartella clinica della 40enne ferita nello scontro frontale dello scorso 4 ottobre, sulla Statale 26, a seguito del quale la donna ha perso il feto che portava in grembo da sei mesi, la Procura di Aosta ha stabilito di proseguire nell’indagine, aperta per lesioni stradali ed aborto colposo, con una perizia medico-legale.
L’incarico di procedere all’autopsia sul feto verrà affidato venerdì prossimo, 22 novembre, dal pm Francesco Pizzato, titolare del fascicolo, ad Antonio Osculati, professore associato del Dipartimento di Sanità pubblica, medicina sperimentale e forense dell’Università di Pavia. Il professionista sarà chiamato, in particolare, ad individuare le cause del decesso.
Al momento, sono due gli indagati. Si tratta della conducente 31enne della Fiat Doblò che, secondo i rilievi dei Carabinieri della Compagnia di Châtillon Saint-Vincent, aveva invaso improvvisamente la corsia su cui viaggiava la Kia guidata da una 50enne con a bordo la donna incinta (cui vengono contestati entrambi i reati del fascicolo) e di un medico specialista, intervenuto in Pronto soccorso dopo l’arrivo della paziente per il consulto di ginecologia-ostetricia (nei confronti del quale l’ipotesi di reato è legata solo all’aborto colposo).
A quanto emerso dall’inchiesta, nel corso di quella visita il feto (giunto alla 24esima settimana di sviluppo) risultava ancora in vita ed è morto alcune ore dopo. In questi casi, l’iscrizione nel registro degli indagati costituisce un atto dovuto, cui si procede anche per consentire la nomina di consulenti tecnici di parte, attraverso i quali partecipare agli accertamenti disposti dalla Procura. La stessa possibilità ha la persona offesa, assistita dall’avvocato aostano Davide Sciulli.
L’urto tra i due mezzi, avvenuto in un rettilineo non lontano dalla rotonda per Saint-Marcel, era stato violento: le due donne a bordo della Kia avevano riportato entrambe (dopo il ricovero in rianimazione, per politrauma) oltre 40 giorni di prognosi. Era così scattata d’ufficio la denuncia per lesioni stradali nei confronti della conducente dell’altro mezzo (dimessa senza conseguenze dopo le visite di diagnostica, assieme ad un minore che presentava una policontusione non grave), cui si è poi aggiunta l’altra contestazione.
Il dossier composto dai militari del Nucleo Operativo Radiomobile, che includeva i rilievi e i referti del Pronto soccorso, è quindi stato integrato dalla certificazione dell’aborto, in un primo tempo mancante (motivo per cui la Procura aveva disposto un ordine di esibizione all’Usl della cartella clinica della paziente 40enne, di origini nordafricane e residente in media Valle). L’acquisizione della documentazione ha portato al secondo indagato e alla decisione di compiere l’accertamento che verrà assegnato in settimana.