E’ il filone delle indagini dei Carabinieri che ha riguardato il comune di Saint-Pierre l’aspetto su cui è ripreso oggi, giovedì 11 giugno, il processo Geenna, su infiltrazioni della criminalità organizzata in Valle. Le testimonianze in aula riguardano quindi gli episodi che hanno condotto all’arresto, ed all’accusa di concorso esterno nella presunta “locale” di ‘ndrangheta aostana, di Monica Carcea, ex assessore alle finanze dell’ente.
La donna è accusata di essersi “sdebitata” con alcuni esponenti del sodalizio che la avevano sostenuta elettoralmente (in particolare Antonio Raso, tra i cinque imputati del procedimento al Tribunale aostana, e Marco Fabrizio Di Donato, a giudizio con il rito abbreviato a Torino), favorendo la proroga di un servizio di trasporto scolastico di taxi-bus alla ditta “Passengers Transports” di proprietà di Salvatore Addario, cugino di Raso.
Il primo testimone è stato Osvaldo Chabod, segretario comunale dell’ente, che ha definito “disastrata” la situazione “sul piano dell’organizzazione e del personale” trovata al momento del suo insediamento nel 2015. Secondo il tecnico, le due determinazioni di proroga adottate dall’ente, scattate nel giugno e nel dicembre 2016, sono state “assolutamente mia iniziativa e” quella soluzione “era la sola” possibile, perché “l’alternativa era sospendere il servizio”. Peraltro, “in Giunta nessuno ha sollevato questioni particolari. La prima volta avevamo problemi contabili, mentre la seconda sono stati approvati anche gli atti della nuova gara”.
L’appalto viene quindi aggiudicato all’azienda dell’imprenditore di Saint-Pierre Patrick Parléaz. Doveva scadere nel 2020, ma “sono state riscontrate criticità ed è stato revocato”. “Quali?”, ha chiesto il pm Stefano Castellani. “Il mezzo è stato fermato e alla guida c’era un soggetto non autorizzato, Salvatore Addario. Il bus, inoltre, non aveva revisione ed assicurazione”. L’assegnazione è stata così revocata, per il “subappalto non autorizzato” ed aggiudicata “alla ditta arrivata seconda, di Isernia, che ha finito il servizio a marzo. Adesso non abbiamo ancora avviato la gara”.
“Vi erano mai state, in passato, lamentele sul servizio?”, è stata la domanda successiva dell’accusa? “No, ne parlai anche con la Commissione d’accesso (che curò l’istruttoria della procedura antimafia per cui il Consiglio comunale di Saint-Pierre è stato sciolto, ndr.). Non avevamo mai avuto lamentele e i problemi che si sono manifestati”, dopo l’emergere dell’inchiesta “erano relativi a un soggetto che non era più aggiudicatario”. Dopo quella conversazione, “ho richiesto il servizio” alla Polizia locale.
L’emergere dell’episodio ha destato la curiosità dell’avvocato Giulio Calosso, legale di parte civile per il comune di Saint-Pierre. “Si è scoperto – ha chiesto – da quanto andava avanti la ‘gestione di fatto’ di Addario?”. Il segretario comunale ha spiegato che quando Parléaz “è venuto nel mio ufficio”, per la notifica degli atti di revoca dell’appalto, “ebbe a ripetere che si trattava di un unico caso, perché quel giorno non era potuto andare ed aveva attivato un conoscente”. La stessa motivazione messa per iscritto a seguito della richiesta del Comune di giustificazioni in merito all’accaduto. “Appare poco credibile, – ha concluso Chabod – ma non avevamo elementi per confutare”.
L’udienza continua ora con l’audizione di altri testimoni dell’amministrazione comunale. Prima di iniziare l’esame, il Collegio giudicante, presieduto da Eugenio Gramola, ha stabilito che il processo, il prossimo 18 giugno, si sposterà nell’aula bunker del carcere “Le Vallette” di Torino, ove saranno sentiti come testimoni i collaboratori di giustizia Daniel Panarinfo, Rocco Ieranò e Domenico Agresta. Le loro dichiarazioni, secondo gli inquirenti, sono state un “fondamentale riscontro alle risultanze di indagine”. Inoltre, definendo il futuro calendario processuale, è stato previsto che il prossimo 24 giugno, ad Aosta, venga sentito l’ex presidente della Regione, Augusto Rollandin.