Dopo quattro anni, con 909 giorni di detenzione, prima in carcere e poi ai domiciliari, l'ex consigliere regionale esce, con una sentenza piena di assoluzione, dal processo Geenna e oggi ci racconta la sua esperienza.
L'avvocato Sandro Sorbara, fratello dell'ex consigliere regionale assolto definitivamente, commenta il verdetto della Cassazione. Union Valdôtaine "Attività politica condizionata da troppi processi mediatici". Sul verdetto anche le reazioni di Renaissance e Libera VdA.
L’ex consigliere regionale esce definitivamente dal processo. Gli altri quattro imputati, Raso, Giachino, Prettico e Carcea, dovranno affrontare un nuovo giudizio in Corte d’Appello. La sentenza letta attorno alle 20 di oggi, martedì 24 gennaio.
La pronuncia di colpevolezza è arrivata dal Gup per i fratelli Daniele e Luciano Cordì. L’ex dirigente del Casinò Walter Romeo assolto “per non aver commesso il fatto”. Ha patteggiato Pasqualina Macrì, la quarta persona a giudizio.
Sul verdetto del rito ordinario, giunto in appello a Torino lo scorso 19 luglio, impugnazioni dell’accusa sull’assoluzione di Marco Sorbara (e di Antonio Raso dall’ipotesi di scambio elettorale), nonché dei difensori degli imputati, sulle condanne.
Nelle motivazioni della sentenza d'appello del processo Geenna, i magistrati di Torino ripercorrono i ruoli dei condannati Antonio Raso, Nicola prettico ed Alessandro Giachino, nonché della concorrente esterna Monica Carcea.
Il movimento commenta le motivazioni della sentenza Geenna e torna a chiedere l'istituzione di un Osservatorio regionale permanente contro le infiltrazioni mafiose.
Depositate le motivazioni della sentenza con cui i giudici di secondo grado, lo scorso 19 luglio, hanno assolto l’ex consigliere regionale dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, rovesciando il giudizio di primo grado.
Sono per buona parte dedicati all’assoluzione di Marco Sorbara dall’accusa di concorso esterno i commenti registrati sinora, affidati per lo più da esponenti politici ai loro profili social individuali. L’Uv: “sollievo e angoscia” per il proscioglimento dell’ex consigliere.
La “locale” di ‘ndrangheta viene riconosciuta dai giudici di abbreviato e ordinario, ma sul concorso esterno di Marco Sorbara i magistrati decidono per l’assoluzione. Si chiude così il secondo grado del processo sulle infiltrazioni in Valle.
Caratterizzato dalle dichiarazioni del condannato quale figura di rilievo della “locale" di Aosta, il processo, dopo la replica della pg Dalosio e le controrepliche di alcuni avvocati, è stato aggiornato al 15 luglio, data in cui è attesa la sentenza.
Il 51enne condannato quale capo della “locale” di ‘ndrangheta di Aosta ha reso, nell’udienza di oggi in Corte d’Appello, alcune dichiarazioni spontanee. Ha negato di essere un mafioso e dipinto come parziale il quadro probatorio emerso dalle intercettazioni.
Nel processo di secondo grado ai cinque condannati dal Tribunale di Aosta in dibattimento ordinario si sono tenute oggi, a Torino, le discussioni di Regione, comuni di Aosta e Saint-Pierre e Libera, nonché dei legali di Prettico e Raso.
Si tratta del filone processuale che interessa gli 11 imputati che avevano scelto inizialmente di essere processati con il rito abbreviato. Tra loro, alcune figure ritenute di spicco della “locale” di Aosta: Bruno Nirta, i fratelli Di Donato e Francesco Mammoliti.
Alcune difese, tra le quali quella di Bruno Nirta, ritenuto il “coordinatore” della “locale” di ‘ndrangheta di Aosta, potrebbero rinunciare ai motivi di ricorso in Appello, a fronte di una riduzione della condanna.
Per gli altri imputati - i presunti "partecipi" Prettico e Giachino e gli accusati di concorso esterno Sorbara e Carcea - la richiesta è di confermare la sentenza di primo grado. Prossima udienza il 31 maggio.