Sempre meno ricorsi al Tar. Il Presidente: “fare causa è un ‘lusso’”

14 Marzo 2019

I ricorsi presentati al Tribunale Amministrativo Regionale della Valle d’Aosta appaiono, negli ultimi anni, in calo costante. Nello scorso anno ne sono stati depositati 51, mentre nel 2017 furono 59 e, prima ancora, nel 2016, 67. “Cifre esigue”, ha commentato il presidente Andrea Migliozzi, durante la cerimonia tenutasi ad Aosta nella mattinata di oggi, giovedì 14 marzo, di inaugurazione dell’anno giudiziario, che però non significano “limitatezza e tanto meno pochezza”.

Cifre che, con una scelta non consueta, hanno condotto il magistrato a “parafrasare quanto affermato dal padre nobile di questa terra, Emile Chanoux, a proposito del popolo valdostano: non vi sono grandi numeri, ma essi portano la verità”. Al presidente Migliozzi, peraltro, che il decremento di impugnazioni fosse “attribuibile alla scarsa litigiosità del popolo valdostano” non dispiacerebbe nemmeno, perché “starebbe a significare la sussistenza di un alto senso civico” da parte degli “abitanti di questa terra”, che “non si ha mnotivo di escludere”.

La verità, di cui il Giudice non fa mistero dinanzi alle principali autorità giudiziarie, civili e militari della Regione, è però che “fare causa rappresenta un ‘lusso’ che il privato cittadino non si può permettere da qualche tempo a questa parte”. E la causa è l’avvenuta introduzione “di un regime fiscale del contenzioso particolarmente penalizzante”, rappresentato dalla somma tra “un contributo unificato di più che consistente entità e di un regime aggravato delle spese processuali”.

Quanto alle materie oggetto dei cinquantun ricorsi dello scorso anno, la prevalenza è per quelli riguardanti urbanistica ed edilizia (15), gli appalti pubblici (10), quindi le concessioni e le autorizzazioni (9). Dati, per quanto riguarda la ripartizione degli ambiti di impugnazione, “in sostanziale equilibrio” rispetto al 2017. Una variazione significativa, la sola, ha riguardato la sicurezza pubblica, con appena un ricorso nel 2018, a fronte dei ben nove dell’annualità precedente.

Relativamente, poi, alle decisioni assunte dal Tar, tra le principali sentenze il presidente Migliozzi ha citato quelle di conferma di un’interdittiva antimafia (febbraio 2018), di legittimità di un provvedimento di allontanamento di un militare dalla sede di servizio per ragioni di incompatibilità ambientale (agosto) e di divieto di immissione in commercio di una partita di 481 forme di Fontina, a seguito delle “precarie condizioni igieniche verificate sui siti di produzione” (novembre).

“Per la sua valenza sociale”, il giudice ha quindi sottolineato il verdetto del dicembre 2018, per affermare – a seguito della condizione di grave disabilità di un bambino di sette anni – il suo “diritto ad ottenere da subito tutte le cure di tipo educativo, assistenziale e sanitario” (oltre al supporto economico per i genitori) “senza che l’Amministrazione” regionale, contro la quale il ricorso era proposto, rinvii “nel tempo l’approntamento dei necessari servizi di assistenza opponendo ragioni finanziarie o di tipo organizzativo”.

Guardando al futuro, il responsabile del Tar valdostano ha annunciato, d’intesa con l’Ufficio studi del Consiglio di Stato e in sinergia con l’Università degli studi della Valle d’Aosta, la volontà di attivare una serie di incontri, lezioni e conferenze, su tematiche di diritto pubblico, oggetto di insegnamento nei corsi dell’ateneo locale e che vedranno protagonisti magistrati e docenti. Inoltre, si è appreso stamane, è all’orizzonte un evento sulla tutela dei beni e giacimenti culturali presenti nel tratto valdostano della via Francigena.

La cerimonia, nella sala riunioni della Biblioteca regionale, si è chiusa con gli interventi dei rappresentanti del Consiglio di Presidenza della giustizia amministrativa, Michele Bonaudo, e dell’Ordine degli avvocati della Valle d’Aosta, Fabrizio Callà. Il legale, concludendo il suo saluto, ha tenuto a sottolineare quanto la condanna comminata all’avvocatessa iraniana Nasrin Sotoudeh sia “inaccettabile”, annunciando inoltre che il Consiglio dell’ordine “attuerà ogni iniziativa affinché la collega venga scarcerata”.

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