E’ la serata inoltrata di ieri, lunedì 10 luglio, quando un alpinista ai 4.554 metri della capanna Margherita, sul Monte Rosa, presenta dei problemi di oftalmia, un’infiammazione dell’occhio che si manifesta con vari sintomi, quali dolore e perdita della vista, e gli impedisce di proseguire nell’ascensione.
Scatta la richiesta d’intervento alla Centrale unica del soccorso, ma i minuti sono contati, perché la scadenza delle effemeridi (oltre la quale “Sierra Alfa 1” cessa la sua operatività) era prossima. Preparato l’alpinista da evacuare, i tecnici del Soccorso Alpino Valdostano, il medico di bordo e altri scalatori presenti lo imbarcano quasi senza che l’aeromobile tocchi terra.
Quindi, via verso l’aeroporto Gex, in una manovra che presuppone affiatamento tra il pilota e chi compone l’equipaggio. Sullo sfondo, il silenzio del rifugio più alto d’Europa, interrotto solo dall’incedere del motore dell’AW139, e l’ultima luce del sole che si ribella all’oscurità incombente, a poco più di cento metri dalla vetta di uno dei “quattro quattrromila” valdostani.
2 risposte
Sono di più, molto di più……
Coraggio e professionalità e definirli angeli, equipaggio e soccorritori, mi sembra persino riduttivo…..