Tragedia del Monte Rosa, la Procura apre un fascicolo sull’accaduto
Un fascicolo, iscritto a “modello 45” (cioè “atti non costituenti una notizia di reato”, quindi al momento senza indagati, né ipotesi delittuose), è stato aperto dalla Procura della Repubblica sulla tragedia del Monte Rosa, in cui hanno perso la vita Martina Svilpo (29 anni) e Paola Viscardi (28), entrambe residenti in provincia di Verbania.
Si tratta di un atto legato allo svolgimento di accertamenti mirati a fare luce sulla vicenda. Il primo sarà rappresentato dal riscontro esterno sui cadaveri delle due ragazze, che erano rimaste bloccate dal maltempo sotto la punta della Piramide Vincent (a 4.150 metri) e sono decedute nella serata di sabato scorso, 3 luglio, poco dopo essere state individuate dai soccorritori.
La morte, stando agli elementi disponibili, è intervenuta verosimilmente per assideramento, ma se l’esame del medico-legale dovesse evidenziare elementi palesemente diversi, allora il pm Manlio D’Ambrosi, titolare del fascicolo quale sostituto procuratore in turno nelle ore dell’incidente, potrà disporre ulteriori atti inquirenti.
Parallelamente, le altre verifiche riguardano l’eventualità di una “posizione di garanzia” a carico del ragazzo che era con le due vittime, Valerio Zolla (27, Pettenasco, nel novarese), che – al momento – non risulta essersi connotata, per il trattarsi non di una guida con dei clienti, ma di un’uscita di tre amici.
Quanto alla catena dei soccorsi, gli inquirenti escludono per ora responsabilità di terzi, considerando che le difficoltà d’individuazione sono state ricondotte ad un’informazione errata iniziale fornita dal gruppo in difficoltà (verosimilmente, già disorientato e provato dalla difficoltà che stava vivendo).
Conclusi gli atti, se tutto orienterà per una disgrazia senza responsabilità da dover essere perseguite penalmente, il pubblico ministero sottoscriverà il nulla osta per la restituzione delle salme alle famiglie, portate alla camera mortuaria del cimitero di Aosta, affinché possano essere celebrate le esequie.
Indagini anche sull’incidente a La Magdeleine
Un fascicolo, ma dall’ipotesi di reato già individuata (lesioni personali colpose), formulata per ora a carico di ignoti, è stato aperto anche sull’incidente sul lavoro avvenuto sabato a La Magdeleine, in cui si è ferito gravemente un uomo di 33 anni, ricoverato in rianimazione, con prognosi riservata, a seguito dei traumi riportati ribaltandosi con lo scavatore di cui era ai comandi.
I fatti sono accaduti in un cantiere non lontano dalla chiesa del Paese. Le attività inquirenti (sul luogo hanno compiuto un sopralluogo anche l’Ispettorato del lavoro e i tecnici del competente servizio dell’Usl) puntano a ricostruire esattamente la dinamica dei fatti, determinare il mezzo di lavoro che era in uso e le sue condizioni, per stabilire eventuali responsabilità. Dai primi accertamenti, il ferito è socio, con dei parenti, della ditta che stava operando.