Tragedia del Rutor, dalla Cassazione “no” al ricorso del pilota francese

Diventa così definitiva la condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione inflitta a Philippe Michel, 67 anni, dalla Corte d’Appello di Torino nell’aprile 2021 per disastro aereo colposo e omicidio colposo plurimo aggravati.
Le ricerche dei soccorritori sul ghiacciaio del Rutor
Cronaca

La Corte di Cassazione, con una sentenza pubblicata oggi, ha respinto il ricorso di Philippe Michel, il pilota francese 67enne condannato per disastro aereo colposo e omicidio colposo plurimo aggravati nei due primi gradi del giudizio sulla tragedia del ghiacciaio del Rutor. Vista la decisione degli ermellini, la pena comminatagli dalla Corte d’Appello di Torino nell’aprile 2021, cioè 4 anni e 6 mesi di reclusione, diventa pertanto definitiva.

La decisione della Suprema Corte

Il 25 gennaio 2019, nella collisione tra l’aereo su cui viaggiava Michel (assieme a due allievi) e un elicottero della società “Gmh” in servizio per l’eliski, morirono sette persone. Assistito dagli avvocati Jacques Fosson del foro di Aosta e Giulia Schiaffino del foro di Padova, il pilota aveva impugnato la sentenza d’appello presentando otto motivi di ricorso. L’udienza in Cassazione si è tenuta lo scorso 14 luglio.

“In relazione agli addebiti di colpa generica e specifica di cui al capo di imputazione la difesa del ricorrente”, si legge nella sentenza della Suprema Corte, “si limita a riproporre prospettazioni tecniche e censure, richiamando peraltro la relazione di inchiesta dell’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo, documento non solo non acquisito ma neppure formato al momento della decisione in appello, adeguatamente considerate e puntualmente disattese dal giudice di appello con motivazione non manifestamente illogica e contraddittoria”.

Lo Jodel D140 schiantatosi sul Rutor (foto da www.ctaeropics.com).

Le accuse al pilota francese

Al termine delle indagini della Procura di Aosta (coordinate al tempo dal pm Carlo Introvigne), Philippe Michel era accusato di aver “tenuto una condotta negligente ed imprudente”, nel sorvolare “quale comandante ed istruttore di volo” dell’aereo partito da Megève “la zona del ghiacciaio” del Rutor, sita in territorio italiano, “senza prestare attenzione durante il volo a vista alla presenza di altri velivoli che impegnavano la medesima area”.

L’altro aspetto, di colpa specifica, emerso dalle risultanze dell’inchiesta riguardava il presunto mancato rispetto di vari atti normativi che disciplinano la pratica aerea (dalla non comunicazione di un piano di volo, al mancato invio dei “messaggi all’aria” per avvertire eventuali altri velivoli in zona della presenza dell’elicottero Jodel).

I precedenti gradi di giudizio

Al termine del processo ad Aosta, il 29 gennaio 2020, il Gup Davide Paladino aveva condannato il pilota francese a 6 anni e 8 mesi di carcere (l’accusa aveva chiesto 7 anni e 2 mesi). Nei giorni del processo al Tribunale del Capoluogo, la famiglia di Michel aveva diffuso ai media un documento per ribadire sei argomenti che, ai loro occhi, motivavano perché “l’incidente non è stato causato da una distrazione ma da una drammatica fatalità”.

Nel successivo grado di giudizio, i giudici della quarta Sezione della Corte d’Appello di Torino hanno ribadito la responsabilità dell’imputato, ma la pena è scesa a 4 anni e 6 mesi, perché gli sono state riconosciute le attenuanti generiche (e rivista la pena accessoria dell’interdizione dall’esercizio della professione di pilota, portata a tre anni, anziché cinque).

L’elicottero distrutto nell’incidente del Rutor (foto da www.elicar.it).

L’incidente dal bilancio pesante

L’incidente sul Rutor aveva presentato il bilancio più pesante negli ultimi diciotto anni, in Valle. Michel era sopravvissuto allo schianto, testimoniato anche da due telecamere go-pro ritrovate dagli inquirenti (avevano indagato il Sagf della Guardia di finanza di Entrèves ed un ufficiale dei Carabinieri, qualificato come elicotterista), così come Martin Werner, che si trovava a bordo dell’elicottero.

Nella tragedia, su cui cala ora il sipario processuale, avevano perso la vita il pilota italiano Maurizio Scarpelli, la guida alpina che lo accompagnava nella rotazione Frank Henssler, i turisti tedeschi Christoph Jakob e Sattler Ingrid Jakob, l’imprenditore bavarese Maximilian Karl Ludwig Schierer, nonché gli allievi del volo addestrativo sull’aereo ove era Philippe: il belga Arnaud Goffin e il francese Bruno Marais.

Le ricerche sul ghiacciaio del Rutor

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