Tragedia del Rutor, il pilota condannato: l’appello? Un’“occasione persa” per stabilire la verità

Il 66enne Philippe Michel, in una lettera ai suoi legali diffusa ai media, annuncia la volontà di proporre ricorso in Cassazione contro il verdetto di colpevolezza per disastro aereo colposo e omicidio colposo plurimi.
Le ricerche sul ghiacciaio del Rutor
Cronaca

“Ho sempre avuto fiducia nella giustizia italiana, ma la lettura delle motivazioni della decisione della Corte d’Appello è un’enorme delusione per me e penso che un’altra occasione sia stata persa per chiarire e determinare ciò che è accaduto”. E’ un passo della lettera con cui Philippe Michel – il pilota francese di 66 anni condannato in secondo grado per disastro aereo colposo e omicidio colposo plurimi per la tragedia del ghiacciaio del Rutorannuncia la volontà di proporre ricorso in Cassazione.

L’incidente

Nella collisione tra l’aereo dell’aeroclub di Megève su cui viaggiava Michel (assieme a due allievi) e un elicottero della società “Gmh” in servizio per l’eliski, il 25 gennaio 2019, morirono sette persone (tra le quali il pilota italiano Maurizio Scarpelli, la guida alpina che lo accompagnava nella rotazione Frank Henssler). I giudici della Corte d’Appello di Torino lo scorso 23 aprile hanno ridotto la pena comminata all’uomo, portandola a 4 anni e 6 mesi di reclusione (al Tribunale di Aosta furono 6 anni e 8 mesi). In particolare, nella sentenza d’appello, all’imputato sono state concesse le attenuanti generiche.

“Mai nominato un consulente tecnico terzo”

“Dall’inizio di questa dolorosa vicenda – scrive il pilota – ho chiesto, attraverso i miei difensori, che il giudice designasse il suo consulente tecnico, terzo ed imparziale, per valutare le diverse ricostruzioni dei fatti proposte da accusa e difesa. Una richiesta che, sinora, incomprensibilmente non è stata accettata”. Il “team legale” dell’avvocato in appello era costituito dagli avvocati Giulia Schiaffino del foro di Padova e Jacques Fosson di Aosta.

L’accusa di negligenza

Al termine delle indagini condotte dalla Procura di Aosta (durante le quali era stato sottoposto agli arresti domiciliari, poi revocati), Michel era accusato di aver “tenuto una condotta negligente ed imprudente”, nel sorvolare “quale comandante ed istruttore di volo” dell’aereo partito dalla Francia “la zona del ghiacciaio” del Rutor, sita in territorio italiano, “senza prestare attenzione durante il volo a vista alla presenza di altri velivoli che impegnavano la medesima area”.

Le valutazioni dei giudici d’appello

Una negligenza che, ad avviso del Collegio d’appello, “risulta pacificamente acclarata sulla base delle prove in atti ed altresì, com’è intuitivo, rilevante nella causazione dell’incidente, come ha ritenuto” il Gup del Tribunale di Aosta. “Non a caso – si legge ancora nelle motivazioni – l’appellante affronta e appunta l’attenzione sulle residue violazioni attinenti a una serie di norme per l’esercizio del volo ma non si sofferma, invece, sul principale profilo di colpa generica”.

Per i giudici d’appello è incontestabile che lo Jodel sul quale era Michel con i due allievi (il belga Arnaud Goffin e il francese Bruno Marais, entrambi periti nell’incidente), “avvicinandosi al pianoro sul quale sarebbe atterrato” sul ghiacciaio e “scendendo, progressivamente, per compiere la manovra, non si è avveduto della presenza dell’elicottero”, che stava prendendo quota dopo aver ripreso a bordo i passeggeri, “nonostante le condizioni meteorologiche di sereno e l’orario diurno”.

Un dato che, agli occhi della Corte d’Appello, “finisce per essere assorbente rispetto ad ogni altro profilo di colpa, in quanto costituisce violazione dalla quale, anche a volere trascurare gli ulteriori profili illeciti, deriva la causazione del sinistro”. Tutto il resto, – è scritto in sentenza – “pur rilevante nel definire il grado di trascuratezza con la quale il volo dello Jodel era stato organizzato ed apprestato, è destinato a scolorare, se comparato alla violazione di cui si è riferito”.

“Inutilizzato il rapporto dell’Ansv”

Al riguardo, nella sua missiva, Michel afferma di non comprendere come abbia potuto essere condannato “senza che sia stato utilizzato uno strumento importante e fondamentale per la ricostruzione dei fatti, come il rapporto tecnico prodotto dall’Agenzia Nazionale della Sicurezza del Volo, l’autorità italiana più importante e competente in materia”. Secondo quel documento, sintesi dell’inchiesta mirata all’eventuale miglioramento delle procedure di sicurezza e pubblicato lo scorso giugno, il volo dei due aeromobili finì in tragedia per l’“insufficiente attività di look-out (vigilanza, attenzione, ndr.) da parte di entrambi gli equipaggi”.

“Il mio pensiero va ogni giorno alle famiglie”

“Non ho mai avuto l’intenzione di sottrarmi alle eventuali responsabilità a mio carico – scrive ancora Michel – ma credo sia giusto attendersi che vengano stabilite sulla base di uno studio tecnico imparziale”. Il pilota annuncia così il ricorso alla Corte di Cassazione, nella speranza “che i giudici utilizzino le analisi scientifiche affidabili e minuziose realizzate dall’Ansv per determinare le cause dell’incidente”. La lettera del pilota si conclude affermando che “i miei pensieri vanno quotidianamente a tutte le famiglie, tra le quali la mia, che il 25 gennaio 2019 hanno avuto la loro vita segnata per sempre”.

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