Restano in carcere i due arrestati per violenze sul padrone di casa

L’istanza mirata a ottenere la libertà (o, in subordine, gli arresti domiciliari) per i due arrestati (57 anni lui, 64 lei, di Caltanissetta) era stata presentata giovedì durante l’interrogatorio di garanzia. Il difensore ha già impugnato la decisione del Gip.
Palazzo di giustizia Torino
Cronaca

Anche per il Tribunale del Riesame di Torino, i coniugi di Caltanissetta arrestati a fine marzo in Valle con l’accusa di violenza sessuale in concorso nei confronti del loro padrone di casa 65enne restano in carcere. I giudici hanno confermato l’ordinanza di custodia cautelare in cella. Era stato il legale della coppia, Massimiliano Bellini, ad impugnare la decisione del Gip del capoluogo Davide Paladino chiedendo gli arresti domiciliari, istanza però negata.

Il legale ha già presentato opposizione anche a questo nuovo pronunciamento. Nella ricostruzione della Procura (il fascicolo è affidato al pm Manlio D’Ambrosi), la coppia (57 anni lui, 64 lei) si era trasferita in Valle per motivi di lavoro nel giugno 2023, stabilendosi nella casa affittata dal 65enne.

Poco tempo dopo, sarebbe però iniziato il supplizio nei suoi confronti, costringendolo – nell’impostazione accusatoria – a raggiungerli per subire atti sessuali, con vessazioni di vario genere e la minaccia di diffondere i video degli stessi. Un ricatto che, per l’accusa, era finalizzato a occupare l’appartamento senza pagare. In un’occasione, l’uomo sarebbe anche svenuto e la coppia non si sarebbe fermata nemmeno dinanzi alle sue implorazioni rispetto ad alcuni problemi di salute.

Ridotto in stato di prostrazione, e giunto a modificare la sua quotidianità per evitare di incontrare i due, l’uomo ad un certo punto ha denunciato la situazione ai Carabinieri, dando il via alle indagini. Gli inquirenti, che avevano chiesto al Tribunale (ottenendolo) l’arresto di entrambi, ritengono riscontrate le violenze dalle immagini dei video.

La tesi degli arrestati, sostenuta sin dall’interrogatorio di garanzia dinanzi al Gip Paladino, è che non ci sia stata nessuna costrizione, perché si è trattato di rapporti liberi e consenzienti. Per primo era stato interrogato il marito, che ha respinto nettamente che vi sia stata coercizione nei confronti di casa per farlo partecipare agli atti sessuali finiti nell’indagine.

Era stata quindi la volta della consorte, che ha sostanzialmente confermato la versione dell’uomo. Alla domanda sul perché fossero stati filmati i rapporti, la coppia ha sostenuto di aver iniziato a “cautelarsi” a seguito di dissidi con il locatore sul pagamento anticipato di alcuni lavori. La tesi, però, non ha convinto né il Gip, né il Riesame.

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