“Il pieno e il vuoto della carta intagliata, a volte in pezzi minutissimi, creano una trama complessa e delicata, come un pizzo, dove ogni personaggio, ogni dettaglio, ogni oggetto è legato di continuo da un esilissimo filamento di carta”. Per scoprire e farsi suggestionare da questa lavorazione della carta, non molto diffusa in Valle, sarà sufficiente salire presso l’Hotel Gran Baita di Courmayeur, dove venerdì 8 febbraio 2013 dalle ore 18 sarà inaugurata la mostra “Racconti di Carta” di Fulvio Vicquéry, graphic designer e pittore di Sarre.
Si tratta della prima esposizione con questo tipo di lavorazione che Vicquéry offre al pubblico. Già noto alle cronache artistiche come pittore, come designer grafico e, ultimamente, anche come scrittore, Vicquéry nel 2011 ha pubblicato con Stylos il romanzo “Tallinn”, tratto dai suoi molteplici viaggi nei Paesi dell’Est e dalle relazioni umane che ne sono nate. Un ricco bagaglio culturale e di vita che Fulvio Vicquéry ha declinato con parole e che non manca di raccontare anche con il bisturi, non perché sia medico certo, ma perché è questo lo strumento che utilizza da diverso tempo e con costanza nell’arte della carta intagliata “Ne avevo fatto diversi utilizzi 15-20 anni fa per alcune locandine dello Charaban e Canti corali e altri contesti, ora sono 5 anni che mi ci dedico assiduamente, dopo aver provato diversi stili, carte e attrezzi per tradurre in pieni e vuoti immagini a colori”. La tecnica, infatti, è complessa, la minuzia quasi maniacale e le ore di lavoro richieste, molte, vanno da “una giornata e mezza fino ad un mese – racconta Vicquéry – in base al soggetto. Molto tempo richiede, infatti, il disegno di partenza che deve sintetizzare in poche linee quel che si vuole rappresentare. Poi, individuata carta, strumenti e tecnica, si passa all’intaglio”. “Si tratta di un tecnica che nasce dal fumetto in bianco e nero” aggiunge.
Un equilibrio artistico che diventa ogni volta un pezzo unico, poiché l’opera è di fatto sempre composta da un insieme unico “dove ogni personaggio, ogni dettaglio, ogni oggetto è legato di continuo da un esilissimo filamento di carta, che è una delle particolarità salienti della lavorazione”.
In esposizione fino al 21 aprile 2012 la mostra presenta 16 tavole che, ai più avvezzi, potranno richiamare artisti svizzeri del Pays d’Henhaut quali Johann Jacob Hauswirth (1809-1871) e Louis Saugy 1871-1953), autori cui Vicquéry si ispira e dei quali apprezza le opere di grande suggestione “nate da una forbice o da un affilato coltellino – racconta – trasformando così scene di vita contadina in complesse trame di carta di immediata lettura senza ricorrere a dettagli superflui ma solo attraverso la lettura di silhouette monocromatiche”.