Castello Baron Gamba, 25 anni d’arte fanno sintesi a Chatillon

Ospiterà il Museo di arte moderna e contemporanea che inaugurerà il 27 ottobre. La mostra su Italo Mus inaugura lo spazio dedicato alle esposizioni permanenti. Il Museo sarà luogo di arte, cultura, incontro, didattica e volano per il turismo culturale.
Castello Baron Gamba
Cultura

“Castello Baron Gamba, luogo di arte e cultura” è lo slogan che accompagna l’imminente apertura al pubblico della dimora Gamba nel Comune di Chatillon, risalente ai primi anni del Novecento e diventata oggi sede del Museo di arte moderna e contemporanea regionale. A mettere a battesimo il nuovo polo culturale valdostano sarà la mostra-evento su Italo Mus, curata da Sandra Barbieri, che troverà spazio nelle sale dedicate alle esposizioni temporanee. Si tratta di uno speciale omaggio a questa figura artistica, originaria di Chatillon. Il pittore valdostano, che nel tempo è diventato il portavoce del mondo rurale incastonato tra le montagne valdostane, cela dietro di sé letture critiche e scientifiche ancora da mettere su carta, come ha evidenziato Barbieri. Intanto la mostra sarà composta da una quarantina di opere esemplificative del percorso evolutivo dell’artista, scelte tra le 68 di proprietà regionale. 

L’apertura ufficiale del Castello avverrà il 27 ottobre prossimo, alle ore 18, dopo un complesso intervento di restauro a cura dell’Assessorato regionale alla Cultura. I passi che hanno portato all’inaugurazione di questo nuovo tassello, che si inserisce all’interno del sistema di valorizzazione e fruizione pubblica delle dimore storiche e dei castelli valdostani, sono stati ripercorsi brevemente in un incontro con gli organi di stampa nella mattina di mercoledì 10 ottobre.
“ Il castello inciderà sul tessuto culturale ed economico valdostano – ha evidenziato l’Assessore regionale alla Cultura – Laurent Viérin – e si vuole interfacciare all’offerta turistico-culturale. L’offerta del Castello Gamba sarà un unicum, poiché oltre alla mostra permanente unisce spazi temporanei dove vogliamo far incontrare l’arte con il territorio e con i giovani artisti locali”.

“E’ un libro dai tanti capitoli – ha aggiunto il Soprintendente ai Beni culturali, Roberto Domaine – con tante pagine ancora da scrivere. Il progetto di restauro è stato complesso e ci permette oggi un riuso della dimora Gamba nel massimo rispetto dell’immagine originaria che la famiglia aveva voluto dare a questo luogo. Qui le opere saranno protette, mantenute e coccolate, rispetto a quanto non si facesse prima quando si trovavano negli uffici regionali”. Il percorso espositivo si snoda attraverso 13 sale distribuite sui due piani dell’edificio e presenta una selezione – curata da Rosanna Maggio Serra – di 150 opere tra dipinti, sculture, installazioni, raccolte grafiche e fotografiche, che vanno dalla fine dell’800 ad oggi.

Il Museo ospita la collezione di arte moderna e contemporanea regionale che comprende oltre 1.500 opere. A fianco delle opere dei maestri del ́900 tra le quali sculture di Martini, Mastroianni, Manzù, Arnaldo e Giò Pomodoro e dipinti di Casorati, De Pisis, Carrà, Guttuso, la collezione documenta la produzione figurativa italiana della seconda metà del secolo sino ad esponenti della ricerca contemporanea come Schifano, Baruchello, Rama, Mainolfi. Un’ampia scelta di opere testimonia inoltre con varietà i movimenti che hanno animato la scena artistica italiana negli ultimi 25 anni: sono rappresentati ad esempio l’Informale, l’Astrattismo geometrico, la Transavanguardia e la Pop Art. Particolare rilievo è dato al territorio valdostano attraverso l’attività degli artisti locali, o attivi nella Valle su committenza regionale.

La storia eil restauro
Il Castello, costruito tra il 1901 e il 1903 dal barone Carlo Maurizio Gamba, appartiene alla Regione autonoma Valle d’Aosta dal 1982. Il restauro architettonico del Castello, realizzato tra 2002 e 2005, ha conservato e valorizzato l’originale uso abitativo potenziando il rapporto con l’esterno sia per la contemplazione del paesaggio alpino circostante sia per l’utilizzo del futuro spazio espositivo all’aperto nel parco di circa 7 mila metri quadrati. L’edificio è composto da due piani parzialmente interrati – destinati all’ingresso e all’accoglienza dei visitatori oltre che a locali tecnici – e da tre fuori terra ai quali si accede mediante l’ampio scalone e l’ascensore.

Le 13 sale espositive sono situate al primo e al secondo piano in uno spazio complessivo di 600 metri quadrati e accolgono dipinti e sculture – in media una decina di opere, corredate da materiale informativo, per ciascun ambiente – secondo uno sviluppo sia cronologico che tematico. Nel salone centrale del primo piano sono allestite le sculture di grande formato mentre il secondo piano ospita il deposito di conservazione delle opere – uno spazio di 150 metri quadrati, visitabile su appuntamento – un’aula di consultazione attrezzata, gli spazi per le mostre temporanee e gli uffici. Il notevole sviluppo in altezza della ex cappella al centro del secondo piano ha consentito l’inserimento di un soppalco per aumentare la superficie espositiva e il collegamento con una scala allo spazio dell’altana panoramica del terzo piano.

 

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