Chi legge lo fa più di prima ma i prestiti bibliotecari diminuiscono

Anche quest’anno il 24 marzo è la ‘Giornata nazionale per la promozione della lettura’. Ma i Valdostani quanto leggono? E la pandemia ha provocato una crescita o un calo di lettori nella nostra Regione?
Giornata nazionale per la promozione della lettura
Cultura

La voglia di leggere persiste. Ecco quanto emerge dal report sull’editoria e la lettura in Italia nel 2020 pubblicato dall’Istat il 7 febbraio 2022, ma anche dai commenti di alcuni operatori del settore librario e bibliotecario valdostano. La Pandemia ha messo a dura prova il comparto ma, a differenza di altri ambiti in cui la domanda e l’offerta culturale e di spettacolo sono state fortemente colpite, le imprese e istituzioni che svolgono attività editoriale hanno mostrato una sostanziale tenuta. La ‘Giornata nazionale per la promozione della lettura’ istituita dal DPCM 15 luglio 2009 è una buona occasione per osservare la propensione dei valdostani alla lettura, che sembra essere in linea con il trend generale registrato nel resto d’Italia in questi due anni di pandemia. 

Aumenta rispetto al 2019 la percentuale di popolazione che ha letto almeno un libro, ma il dato maggiore è quello dei lettori forti 

La popolazione di 6 anni e più che ha letto almeno un libro nel 2020 è aumentata (41,4%, +1,4 punti percentuali rispetto al 2019), mentre sono diminuiti sia i titoli pubblicati (-2,6%) sia le tirature (-7,2%). Tra tutte le attività culturali, la lettura sembra essere stata quella più apprezzata durante i vari lockdown e in un giorno medio della fase 1 della Pandemia ha letto libri una persona su quattro. Come spiega Stefano Tringali, titolare della Libreria É. Aubert, sono però i cosiddetti ‘lettori forti’ (con almeno 12 libri letti nell’ultimo anno) a contribuire alle rendite: “In termini assoluti abbiamo avuto meno vendite, ma in termini relativi gli acquisti si sono accentuati: quantitativamente abbiamo registrato meno utenti, ma il dato qualitativo è che i lettori forti, quelli che già leggevano prima della pandemia, leggono di più e continueranno a farlo”. 

Se nella Libreria Aubert, specializzata in saggistica, il lettore medio è l’uomo quarantenne o cinquantenne, le due librerie BrivioDue rispecchiano più fedelmente il dato nazionale, che conferma una maggiore propensione delle donne alla lettura (46,4%, contro il 36,1% maschile) e individua la quota più alta di lettori nei giovani. La titolare Romaine Pernettaz nota infatti che il Club del libro fondato da Brivio “è composto solo da donne, come se parlare di emozioni fosse una prerogativa esclusivamente femminile” e che nella filiale di corso Lancieri “i lettori forti continuano ad essere i ragazzi che, se vengono attaccati dal ‘virus’ della lettura, non smettono mai. Sono ragazzi curiosi, hanno voglia di farsi consigliare e di sperimentare generi che non conoscono”. I frequentatori abituali della Biblioteca regionale di Aosta non rientrano invece in questo quadro, come spiega Donato Arcaro, del Servizio bibliotecario regionale: “Finché si rimane in età scolare, la frequenza dei giovani è molto alta, ma poi diminuisce fortemente. Lo zoccolo duro è invece costituito dai lettori adulti ultracinquantenni e pensionati”. 

Le novità per l’organizzazione del lavoro e le nuove strategie, tra vantaggi e penalizzazioni

Se c’è una qualità che tutti gli enti culturali hanno dovuto mettere in campo di fronte all’emergenza pandemica, questa è la resilienza e la capacità di adattarsi a una situazione in cui i fruitori non potevano, o spesso non volevano, effettuare gli spostamenti necessari per raggiungere servizi come librerie e biblioteche. Queste ultime sembrano essere state le più penalizzate dalle chiusure e la ripartenza stenta ad ingranare: “I due anni di lockdown hanno quasi dimezzato il numero di persone che frequentano la Biblioteca e il numero di prestiti: quest’ultimo è sceso da 123.614 nel 2019 a 52.155 nel 2020”, spiega Arcaro. “Anche adesso, nonostante siamo aperti con orari regolari, la frequentazione e i prestiti stentano a ripartire (61.526 nel 2021): una difficoltà che si può paragonare a quella dei cinema, che sono aperti da ottobre ma che registrano il 30% delle presenze del pre-pandemia”.

Arcaro collega le criticità alla “perdita di abitudine”, a limitazioni come la mascherina e il Green Pass, ma soprattutto alle nuove alternative che nel frattempo hanno sostituito il servizio bibliotecario: “Chi prendeva in prestito i dvd magari si è abbonato a Netflix, chi leggeva i libri della Biblioteca può aver preferito l’eBook”. Anche secondo Tringali, la Pandemia ha accentuato la tendenza da parte di molti utenti a rivolgersi al mercato online: “È una percentuale difficile da recuperare: si tratta di persone che già non sono abituate ad andare in libreria e a sfruttare ciò che questo servizio può dare in più e che, nel momento in cui comprare online diventa ancora più diffuso e socialmente accettato, si sentono a maggior ragione giustificate a farlo”.

Eppure, la Biblioteca di Aosta non è rimasta statica di fronte agli ostacoli e alla concorrenza sempre più importante: chiudendo solo per un breve periodo di tempo, ha presto ripreso ad effettuare il servizio di prestito all’ingresso e ha continuato ad organizzare conferenze in streaming. Una modalità che ha mantenuto in parallelo al ritorno in presenza, mostrando di aver accolto quella spinta alla digitalizzazione che è stata uno degli effetti positivi più evidenti della pandemia e che ha innovato anche l’organizzazione del lavoro delle librerie.

Per fare fronte alla crisi che ha colpito la distribuzione attraverso i tradizionali canali fisici e di promozione della lettura, molte librerie hanno infatti puntato al potenziamento dei canali di vendita online e a una maggiore presenza sui canali social. Una strategia di cui Romaine Pernettaz è molto soddisfatta: “Siamo cresciuti perché ci siamo dati da fare, ci siamo fatti sentire vicini ai nostri clienti abituali, accaparrandocene anche di nuovi. Attraverso i social abbiamo fatto consulenze virtuali e consegne a domicilio o con corrieri agevolati”. Inoltre, l’Istat rivela che editori e librerie hanno cercato di realizzare in digitale alcune attività svolte prima in presenza e promosso iniziative per mantenere e rafforzare il legame con il territorio e con il proprio pubblico, soprattutto con i target di utenza più fragili e vulnerabili. Un’attività, anche questa, messa in campo con successo da Brivio: “Abbiamo organizzato incontri spesso virtuali con autori ed autrici, perché abbiamo visto che avvicinare il lettore al suo autore del cuore funziona e permette di intercettare l’interesse dei clienti senza aspettare che siano loro a venire in libreria”. 

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