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Chinmoku No Mori – La foresta del silenzio: la mostra multimediale sul cambiamento climatico

La mostra “Chinmoku No Mori – La foresta del silenzio (in giapponese)” di Leonardo Sinopoli, Alessandro Cimma e Bianca Carlino, a cura di Hugo Weber, sarà inaugurata lunedì 10 ottobre alle 18:30 presso l’Hôtel des États ad Aosta. Tra performance, fotografia e antropologia un'occasione per riflettere sul cambiamento climatico.
Cultura

Il cambiamento climatico è ormai una realtà innegabile. Quest’anno lo abbiamo toccato con mano tra i problemi di siccità, gli allarmi sempre più preoccupanti per lo scioglimento dei ghiacciai e i cambiamenti degli equilibri ecologici del nostro territorio. Si parla spesso di questi temi da un punto di vista scientifico, politico ed economico, ma tra le riflessioni nate a riguardo non mancano quelle artistiche. Una di queste, nata e sviluppata in Valle d’Aosta, è la mostra “Chinmoku No Mori – La foresta del silenzio (in giapponese)” di Leonardo Sinopoli, Alessandro Cimma e Bianca Carlino e curata da Hugo Weber. Lunedì 10 ottobre alle 18.30 presso l’Hôtel des États ad Aosta, l’esposizione aprirà le sue porte al pubblico con una serata inaugurale. La mostra sarà, invece, visitabile a partire da martedì 11 ottobre e fino a domenica 13 novembre, tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 15 alle 19.

Chinmoku No Mori è un progetto di ricerca interdisciplinare dove la performance, la fotografia e l’antropologia indagano sulle dinamiche dell’Antropocene, nell’ottica di destrutturare e approfondire il tema del cambiamento climatico uscendo dagli schemi proposti dalla cultura occidentale. I tre autori propongono il risultato della loro ricerca sul campo, articolata in diversi giorni di meditazione e voto al silenzio, si sono dedicati ad una completa commistione con la natura, favorendo il dialogo con il non umano. Un cambiamento di prospettiva in cui a parlare dell’antropocene non sono gli uomini, ma la natura che risponde e respira attraverso le immagini e le installazioni della mostra.

La mostra è stata finanziata dal Comune di Aosta, grazie ad una collaborazione che ha coinvolto l’Assessore alla cultura e alle politiche giovanili Samuele Tedesco e il performer Leonardo Sinopoli. “Chinmoku No Mori è un’apertura un po’ insolita per Aosta perché è un’esposizione di tre artisti locali ma il cui sguardo si allarga verso il mondo. Sono stati in grado di aprire riflessioni, emozioni, mondi e punti di vista e di portarli qui ad Aosta. Sono tre giovani artisti che stanno facendo esperienza del mondo: penso a Bianca in Giappone, ad Alessandro a Milano e Leonardo con i suoi viaggi e la sua esperienza con Marina Abramović… I ragazzi sono stati in grado di portare riflessioni importanti da un punto di vista artistico, ma non solo. Affrontare l’antropocene è un tema difficile ma molto profondo e potente che sa far riflettere. Un progetto emozionante e che pensiamo possa portare un’anima di novità e che siamo molto contenti di aver finanziato” spiega Tedesco.

La performance il “Grido della Terra”

Il Grido della Terra Chinmoku No Mori
Il Grido della Terra – Chinmoku No Mori (foto di Alessandro Cimma)

In aggiunta alla mostra, Leonardo Sinopoli e l’Associazione Agricoltura Biologica e Biodinamica Valle d’Aosta presentano il “Grido della terra”, una performance artistica nata dal progetto di Chinmoku No Mori, che si terrà l’11 ed il 12 ottobre dalle 17 alle 19 presso l’Orto Sant’Orso. Si tratta di una potente dichiarazione performativa in cui, tramite voce, corpo e strumenti musicali si creano le condizioni per permettere al pubblico di ritrovare il senso di comunità e riappropriarsi degli spazi collettivi. Si potrà prendere parte attivamente o limitarsi ad un’osservazione della testimonianza artistica, unendosi al grido della terra, ognuno a modo suo.

La performance è frutto di una serie di incontri durante i quali Sinopoli ha incontrato gli studenti del Liceo Artistico di Aosta, nell’ambito del progetto di alternanza scuola-lavoro, raccontando del procedimento artistico e antropologico di Chinmoku No Mori, e prevede la partecipazione degli studenti del Liceo Artistico di Aosta. La mostra è finanziata dal Comune di Aosta e appoggiato dalla Regione Autonoma Valle d’Aosta, mentre la performance dall’Assessorato per l’Istruzione e le Politiche giovanili.

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