Il meno che si possa dire è che da noi Madama Butterfly è di casa.
Per la terza volta in due estati il consiglio regionale ha portato in Valle la versione ridotta del noto dramma di Puccini elaborata dal regista Massimo Pezzutti.
Ieri sera è stato l’auditorium di Aymavilles ad ospitare lo spettacolo, come sempre molto apprezzato dal pubblico. Sul palco si sono esibiti solo i tre personaggi principali, la giovane Cio-cio-san (Hiroko Morita), l’ufficiale Pinkerton (Fulvio Oberti), il console Sharpless (Pier Luigi Dilengite), più un quarto personaggio, la serva Suzuki (Akane’ Ogawa), che non ha cantato, ma ha unito con parti recitate i vari brani presentati. Sul palco anche la piccola Aline Bozon, nei panni del figlio di Cio-cio-san. L’intensità espressa dai protagonisti ha restituito intatta la drammaticità di una storia nota ma sempre emozionante, che trasfigura lo scontro culturale tra Giappone e Stati Uniti raccontandolo attraverso la fine di Butterfly, ragazza poco più che bambina, sedotta, abbandonata, ma disposta a credere ciecamente nel suo cinico sposo yankee. Solo di fronte all’evidenza, al ritorno di Pinkerton con una nuova moglie americana, e alla perdita del figlio, sottrattole dalla coppia, Cio-cio-san si arrende, e decide, alla maniera giapponese, di salvare almeno l’onore, suicidandosi.
Assieme ai cantanti si è esibita l’orchestra Sinfonica giovanile della Valle d’Aosta, reduce dalla partecipazione al Crespina Opera Festival, in Toscana. I musicisti, guidati da Stéphanie Praduroux, hanno interpretato efficacemente le atmosfere giapponesi evocate da Puccini con l’ausilio di gong, arpa e particolari accorgimenti ritmici e melodici, trasformandosi anche, alla bisogna, in un coro a bocca chiusa.
La scenografia essenziale, esaltata dai giochi di luci più o meno soffuse, ha restituito una cornice perfetta al dramma in scena, sorretto dalle interpretazioni ineccepibili dei cantanti. C’è da chiedersi però se l’eccellente Butterfly darà spazio anche ad altri concerti operistici, non mancando certo la scelta.