Nasce “Radio Bicca”: quando Le Digourdì racconta il mondo, e gli aneddoti, del fiolet
Un patrimonio di racconti da custodire e un archivio da costruire: Radio Bicca parte con questo intento. A crearla la compagnia teatrale Le Digourdì che, partecipando a un bando del CELVA per la concessione di contributi per il finanziamento di progetti realizzati da associazioni del territorio, ha saputo creare un format in patois sul fiolet e sui mitici personaggi valdostani che ne hanno creato il mito e romanzato le sue partite.
“Era già da qualche tempo che avevamo in mente di fare qualcosa per raccontare il mondo del fiolet – raccontano André Comé e Jordi Bollon della compagnia -, l’unica narrazione che è stata fatta negli ultimi 20 anni si è quasi sempre limitata alla cronaca dei punteggi, qualche pagina a fine Messager Valdôtain e gli articoli dei giornali locali. Oltre a raccontare i risultati vogliamo soprattutto creare un archivio di aneddoti che ogni giocatore porta con sé, un patrimonio incredibile di storie spesso romanzate che non è mai stato registrato. Il tutto con lo spirito leggero e irriverente dei Digourdì (della redazione fanno parte i fratelli Arnaud, André e Michel Comé, Jordi Bollon e Christian Comé, ndr.)”.
Le puntate (tra cui un’intervista fatta da André Comé a tre pilastri del gioco tradizionale a Saint-Martin-de-Corléans e un’altra fatta dall’inviato Jordi Bollon a Saint-Oyen alla squadra autunnale di Alberito’s, un mix di Valdigne e Gran San Bernardo degna di nota), andranno avanti sicuramente tutto l’autunno, come raccontano: “Non abbiamo un limite di puntate o interviste. L’intenzione è di proporre una puntata alla settimana per tutto l’autunno: le idee sono tante e gli appassionati ci forniscono in continuazione nuovi spunti. La lista di puntate da fare si allunga ogni giorno! Intervistare i giocatori direttamente a casa loro, nelle taverne in cui hanno festeggiato, nei laboratori in cui hanno costruito l’attrezzatura oppure direttamente sul campo da gioco è un modo bellissimo per raccontare tutte le sfaccettature nascoste nel fiolet e per passare un po’ di tempo in compagnia!”.
Il progetto, che ricorda con il suo nome lo sbaglio che il giocatore commette quando prova il tiro dalla pietra, rimarrà incentrato sul fiolet e “chissà, potremmo magari fare qualche collaborazione con gli altri giochi tradizionali; invece come compagnia teatrale prima o poi lanceremo un podcast dove intervisteremo le grandi personalità patoisante, ossia politici, sportivi, imprenditori, artisti e tanti altri, ispirandoci al format di Mucchio Selvaggio“.
L’ideazione e la realizzazione riconducono alla voglia della compagnia di riformare, stravolgere e portare nel futuro i codici della lingua e della cultura valdostana, qualcosa che sembrava davvero molto difficile, specialmente visto lo stato del patois nella regione, sempre meno parlato e sentito. Ma, grazie alla compagnia dell’Envers, la rotta si inverte ogni anno un po’, soprattutto avvicinando anche coloro che non parlano patois a questo mondo fatto di sport, tradizioni, usanze e specialmente lingua.