La compagnia teatro/musicale di Charvensod ha lanciato il suo nuovo progetto - con un contributo del Celva -, con l'idea di tradurre in patois il concetto di “freestyle” della musica rap. O, come dicono gli stessi Digourdì per ascoltare "lo patoué comme t’a jamé senti-lo!”.
Il Savt, in collaborazione con il gruppo Uomini in cammino di Pinerolo, in occasione della Giornata nazionale contro la violenza sulle donne, ha presentato il progetto “Pour l’égalitè des chances” che ha affrontato l'argomento delle disparità di genere nelle scuole.
I podcast della compagnia di Charvensod vogliono raccontare e raccogliere episodi e testimonianze legati al mondo del fiolet e ai suoi mitici giocatori, con il loro classico stile irriverente. A partire dal nome, che ricorda lo sbaglio del giocatore quando prova il tiro dalla pietra. Le trasmissioni andranno avanti per tutto l'autunno.
Il video di Le Digourdì ormai da alcune estati arriva puntuale, a metà stagione, per divertire e avvicinare il maggior numero di persone al patois e al suo utilizzo.
Sulla scena irrompe infatti la nuovissima lista targata “Le Digourdì” – la compagnia di Charvensod – con il suo candidato di punta Antueno GroussaTita, che mette da parte la sua vena teatral/musicale e si lancia nell’agone politico.
Le Digourdì tornano sul web con una clip musicale realizzata in collaborazione con Philippe Milleret: lo campagnar, una parodia dell'agricoltore valdostano sulle note della canzone scritta dal canonico Jean Domaine.
In poco più di un paio di minuti i ragazzi di “Tsarvensou Lido” e “Cllotse de Tsalendre” si rimettono all’opera e, lasciando perdere le parodie in musica, mostrano in salsa squisitamente “patoisan” i piaceri dello restare a casa.
Dopo il “botto” estivo di “Tsarvensou Lido”, cha partiva da J-Ax per raccontare il tsarvènsolèn che si gode l’estate in paese, Le Digourdì si rimette in pista e racconta il "suo" Natale, in una parodia divertente e divertita.
Tsarvensou Lido è la rappresentazione divertente e divertita, spesso anche un po' portata all'estremo, di quanto il valdostano sia attaccato alla sua terra e di come nessuna spiaggia possa battere casa sua.