Un anno di eventi dedicati a Sant’Anselmo, figlio della Valle d’Aosta
"In questo momento di crisi e recessione il pensiero di Sant'Anselmo è di estrema attualità ed è quindi giusto valorizzarne e rivalutarne la figura" ha evidenziato Augusto Rollandin, presidente della Regione. Per il Vescovo di Aosta, Mons. Giuseppe Anfossi "Il messaggio di Sant’Anselmo, se colto nella sua profondità, potrebbe migliorare la nostra esistenza”. “Anselmo è forse tra i più grandi uomini di pensiero e santità del Medioevo – ha aggiunto il Vescovo – ma la sua grandezza non è ancora così riconosciuta”. Anfossi ha poi evidenziato come le ricerche hanno portato al ritrovamento di una quindicina di lettere che il Santo ha inviato ai suoi familiari. "Segno questo – ha aggiunto – che testimonia come abbia mantenuto uno stretto rapporto con la sua terra natale e con le sue montagne”.
L'assessore all'Istruzione e Cultura, Laurent Viérin, ha posto l'accento su come la valorizzazione e celebrazione del Santo valdostano si inserisca pienamente nel concetto di “restitution” che l’assessorato sta portando avanti in questi anni. “Anselmo è uno dei figli più illustri della Valle d’Aosta – ha commentato Viérin – anche il lui l’elemento locale si unisce all’universale e le molteplici iniziative in calendario permetteranno di mettere in evidenza le diverse sfaccettature di questo Santo”.
Tra le iniziative musicali presenti in calendario anche quella ormai fissa con il Concerto di Sant’Anselmo in programma il 21 aprile, un’occasione "che farà riscoprire – ha commentato il presidente del Consiglio regionale Albert Cerise – la bellezza di musiche che appartengono ad un patrimonio contenuto nella biblioteca capitolare di Aosta e che costituisce un momento per valorizzare gli aspetti fondamentali del plain-chant locale, attraverso le fonti musicali che vanno dal XI al XV secolo". Per Guido Grimod, sindaco di Aosta, "l'Anno Anselmiano darà l'opportunità a molti di scoprire la Via Francigena già oggi molto frequentata oltre ad un’occasione per rendere popolare e accessibile a tutti questo Santo”.
SANT' ANSELMO
Nasce ad Aosta nel 1033. La madre, Ermemberga, lo guida nella sua prima formazione umane e religiosa. A 15 anni Anselmo comincia a domandarsi quale sia il modo migliore per condurre una vita come piaccia a Dio. Dopo la morte della madre all’età di vent'anni ruppe i rapporti con il padre Gondulfo e cominciò a girare per la Borgogna e la Francia alle scuole dei migliori maestri, secondo la tradizione dei "clerici vagantes". Nel 1059 giunse all'abbazia di Le Bec, in Normandia, non per farsi monaco ma per seguire le lezioni di Lanfranco di Pavia, priore del monastero e maestro della scuola. Dopo un anno, nel 1060, chiede di diventare monaco nella stessa abbazia benedettina e nel 1063 diventa priore e maestro di arti liberali succedendo proprio al suo maestro Lanfranco di Pavia. Il 22 febbraio 1079 venne eletto abate, restando nel monastero fino al 1093. A Le Bec, Anselmo compose le sue opere più conosciute, il Monologion e il Proslogion, il Grammatico, i trattati Sulla verità e Sulla libertà dell'arbitrio. Nel 1093 venne nominato arcivescovo di Canterbury in un momento storico difficile: in Inghilterra infatti Anselmo si scontrò più volte con i re Guglielmo II ed Enrico I, e per questo motivo dovette intraprendere due volte la via dell'esilio. Morì il 21 aprile 1109. Fu sepolto nella Cattedrale di Canterbury. Il suo culto, iniziato da san Tommaso Becket, venne riconosciuto nel 1492 e inserito nel calendario universale nel 1690. Fu nominato Dottore della Chiesa nel 1720 da Clemente XI.
L'opera più famosa del periodo inglese (terminata però in esilio in Italia) fu il Cur Deus homo (Perché un Dio-uomo?). Anselmo ha lasciato anche un'ampia raccolta di Preghiere e di Meditazioni, nonché un nutrito Epistolario. Anselmo è ricordato non solo come teologo, ma anche come filosofo (viene talvolta definito il "padre della Scolastica"), soprattutto per la ricerca, sviluppata nel Proslogion, di un unum argumentum, un unico principio immediato e fondato solo su sé stesso per la dimostrazione dell'esistenza e degli attributi di Dio. Immanuel Kant definí questa dimostrazione prova ontologica dell'esistenza di Dio, sebbene Anselmo non abbia mai utilizzato questa espressione.