Per 27 anni il Priorato di Saint Pierre ospitò Leletta d'Isola, terziaria domenicana e insegnante di filosofia, che spese la propria esistenza al servizio del prossimo. Il suo ricordo, a 17 anni dalla morte, è ancora molto vivo, anche perché è in corso una causa di beatificazione, promossa dall'associazione Gli amici di Leletta.
Il salone del palazzo regionale era gremito di persone, ieri sera, accorse per assistere alla presentazione del libro a lei dedicato, "Leletta d'Isola, la portinaia del buon Dio", scritto da Nora Possenti Ghiglia, e pubblicato dalla casa editrice Ancora di Milano. Si tratta della biografia di Leletta, composta attingendo a una mole di documenti, scritti, memorie, ricordi e testimonianze. Sono molte infatti le persone che hanno conosciuto direttamente la protagonista del libro, e che ne conservano un ricordo particolarmente vivo e toccante.
Leletta d'Isola, nata a Torino nel '26 da una famiglia nobile piemontese, è una valdostana d'adozione, ma da quando giunse ad Aosta, nel '59, per insegnare storia e filosofia al Liceo Classico, non lasciò più i confini regionali. La donna prese l'abito domenicano, ma dovette rinunciare ai voti perché considerata inadatta ai rigori della vita monastica, a causa delle precarie condizioni di salute. Divenne comunque terziaria domenicana, vivendo in povertà e castità, ma fuori dalle mura di un monastero. Nel 1966 andò a vivere nel Priorato di Saint Pierre, dove rimase fino alla morte.
Moltissime persone, negli anni, sono andate a visitarla. Per tutte Leletta aveva un consiglio, a tutte prestò attenzione, con umiltà e saggezza, offrendo ascolto e sostegno, ed è anche per questo motivo che ancora oggi in tanti si ricordano di lei. Leletta scrisse anche vari libri di memorie e riflessioni, dedicate al periodo della guerra e della Resistenza e al mistero dello Spirito Santo.
Particolarmente significativa è la prefazione al libro, scritta dal cardinale Carlo Maria Martini: «Non deve essere facile scrivere la vita di Leletta d'Isola. Mancano infatti nella sua vita grandi eventi sociali o ecclesiali a cui lei abbia preso parte con una funzione di leadership. Tutta la ricchezza di questa meravigliosa creatura sta nel suo intimo, nel suo donarsi a Dio sempre più profondamente, nella sua capacità di ascoltare gli altri, i loro problemi e le loro sofferenze e di dare a tutti una risposta giusta, ben calibrata, tale da poter essere percepita».