Una nuova facciata per il Seminario maggiore di Aosta

Sono stati completati i lavori per il restauro della facciata del Seminario maggiore di Aosta. La Diocesi ha collaborato con l'amministrazione regionale e la fondazione CRT.
Facciata seminario aosta
Cultura

Dopo un anno nascosta dai ponteggi, la facciata del Seminario maggiore torna ad arricchire il centro di Aosta. L’intervento di restauro ha riportato in luce l’intera facciata che non solo si era scolorita, ma presentava segni di deterioramento e numerosi distacchi di pezzi del cornicione e di alcuni frammenti degli stucchi decorativi.

La restauratrice Novella Cuaz ha illustrato anche gli altri oggetti dell’imponente lavoro di restauro, ossia il portone principale in marmo e legno e la singolare meridiana del 1823 con uno gnomone a catenella.

Per i lavori la Diocesi ha potuto contare sulla collaborazione dell’amministrazione regionale che ha erogato dei fondi e “ha messo a disposizione un supporto tecnico-scientifico” come ha ricordato la Sovrintendente ai beni culturali, Cristina De La Pierre. “Il recupero di questa facciata è importante per la nostra comunità, ha sottolineato De La Pierre, perché esiste un riconoscimento del valore culturale e sociale che va al di là di quello architettonico.”

Oltre all’amministrazione regionale anche la Fondazione CRT ha finanziato, tramite bando, i lavori del seminario, in primo luogo per salvaguardare il patrimonio culturale ma, in secondo luogo, anche perché l’avvio di un cantiere genera lavoro e occupazione che impattano positivamente sul territorio.

“I lavori sulla facciata del seminario sono solo uno dei progetti che la Diocesi di Aosta ha in cantiere che interessano questa parte della città: il palazzo vescovile, il campanile della cattedrale e la costruzione della casa della carità sono interventi di grande valore architettonico e culturale” ha ricordato il rettore del Seminario, don. Marcello Lanzini. 

Un po’ di storia

Nell’incontro di presentazione dei lavori è intervenuta anche l’architetta Chiara Devoti che oltre ad essere la Direttrice della Scuola di Specializzazione in Beni architettonici e del paesaggio presso il Politecnico di Torino, è una studiosa della struttura del seminario al quale ha dedicato anche la propria tesi di laurea.

La professoressa Devoti ha ripercorso la storia dell’edificio da quando, intorno all’anno 1100, la struttura, completamente diversa, era sede del priore dell’ordine transfrontaliero di San Bernardo.

Tra le varie vicende colpisce come  a metà del ‘700, l’attuale sede del seminario, una volta sottratta all’ordine religioso, sarebbe dovuta diventare un ospedale interconfessionale aperto anche per i malati contagiosi. Poi, per via delle proteste legate ai potenziali contagi, l’ospedale venne costruito in un’altra zona della città. A questo punto, nel 1773 la Diocesi di Aosta, sotto la guida di Mons. De Sales, comprò la struttura per 12 mila lire e diede il via alla costruzione del seminario come lo conosciamo oggi. Questa fu la più grande opera dell’allora vescovo di Aosta che volle essere seppellito nella cappella dell’edificio.

Una risposta

  1. Ecco, vediamo di mantenere il trend in voga tra gli architetti di Aosta negli ultimi anni…quello di trasformare gli edifici dell’antica città romana in un mega porto marittimo di navi malamente approdate qui tra le Alpi chissà come…(vedi nuova università, edificio del Savt lungo la ferroviaria, vedi il ponte di ferro sul Buthier…ecc…).

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