La scuola fa i conti con la denatalità: una prima fotografia del prossimo anno scolastico

Gli organici di diritto  - quelli di fatto arriveranno soltanto a luglio -  vedono al momento il calo di un posto alla scuola dell’infanzia, da 256 a 255 posti. “Perché abbiamo attivato  - spiega la Sovrintendente agli studi Marina Fey - due posti in più per la sperimentazione”. A settembre rischia la chiusura la scuola di Perloz. Criticità a Valgrisenche. Sanate invece le situazioni di Quart Chantignan e Pontey. A Cogne alle medie potrebbe arrivare la pluriclasse.
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“Un’Italia senza figli è un’Italia che non crede e non progetta. È un’Italia destinata lentamente a invecchiare e scomparire”. Sul tema sollevato dal Premier Mario Draghi agli Stati generali della Natalità da settimane si stanno interrogando qui in Valle d’Aosta istituzioni e comunità. La prima fotografia delle preiscrizioni alle scuole dell’infanzia ha messo in luce anche nella nostra regione i primi effetti della denatalità. Per il momento a farne le spese potrebbe essere la scuola dell’infanzia di Perloz, che con quattro bambini prescritti è lontana dal numero minimo per attivare una classe. Diversa ancora la situazione di Sarre Chesallet o della scuola dell’infanzia regionale di Courmayeur.  Ai piedi del Monte Bianco i bambini non mancano, l’eventuale chiusura della scuola dell’infanzia regionale è legata alle scelte delle famiglie.
A Sarre il calo del numero dei bambini ha imposto all’Amministrazione comunale ragionamenti di prospettiva e di razionalizzazione dei tre plessi presenti. Gli stessi che l’Assessore Caveri ha invitato i sindaci dei 74 comuni valdostani a fare, in occasione di una delle ultime Assemblee del Celva. In aiuto dei decisori politici arriverà fra novembre e dicembre uno studio dell’Università di Milano “che ci permetterà di avere degli elementi oggettivi aggiornati, non solo rispetto al settore scuola, ma in generale a tutto il discorso demografico, per delle azioni di sistema”.

Gli organici di diritto  quelli di fatto arriveranno soltanto a luglio  vedono al momento il calo di un posto alla scuola dell’infanzia, da 256 a 255 posti. “Perché abbiamo attivato  – spiega la Sovrintendente agli studi Marina Fey – due posti in più per la sperimentazione” che consentirà in alcuni comuni la possibilità di anticipare a gennaio l’ingresso a scuola dei bambini che compiono tre anni fra febbraio e aprile 2022.
Agli organici di diritto/fatto andranno eventualmente aggiunti quelli legati all’eventuale perdurare dell’emergenza epidemiologica, che potrebbero sanare anche alcune situazioni critiche per numero di iscritti, come ad esempio quella della scuola regionale per l’infanzia di Courmayeur.
“L’Amministrazione non prevede del personale specifico per quel plesso, ma nulla vieta al dirigente scolastico di utilizzare le sue risorse”.
Ad esempio a Pontey gli attuali preiscritti, nove, sarebbero stati insufficienti ad attivare il plesso. “La scuola però ha verificato il suo organico e ha potuto mantenere il plesso anche grazie al comune che ha deciso di garantire l’assistenza durante la mensa, che l’insegnante assegnata non avrebbe potuto invece assicurare”. A Quart Chantignan a salvare invece il plesso è un bambino fuori sede. A Valgrisenche, scuola di montagna, ci sono tre bambini per attivare la sezione, ma al momento non risultano tutti in regola con gli obblighi vaccinali.
“Sulla scuola dell’infanzia non si pongono per il prossimo anno dei problemi di organico, i ragionamenti sono da fare in prospettiva”. A essere chiamati in causa sono la scuola, le amministrazioni locali e le famiglie. “Bisogna fare dei ragionamenti diversi fra amministrazioni locali, scuola e famiglie. Capire le esigenze di quest’ultime, i servizi di di pre o dopo scuola che il comune può mettere in campo interessano alle famiglie? Altrimenti se non si trovano soluzioni per far restare i bambini nella propria scuola di competenza è inutile investire. Investimenti che possono anche risultare inutili se sappiamo già che negli anni a venire i bambini continueranno a calare.  La scuola può venire incontro alle esigenze del territorio, ma ognuno deve mantenere il proprio ruolo e le proprie competenze – sottolinea la Sovrintendente – pur in un giusto confronto“.

I primi segni della denatalità si stanno mostrando alla scuola dell’infanzia, ma nei prossimi anni toccherà alla primaria. Per il prossimo anno scolastico qui non si evidenziano ancora criticità, anche se si registra un un primo calo dei bambini e in base alla conferma dei pensionamenti da parte dell’Inps si avranno dei posti vacanti.

Alle scuole medie a settembre ci saranno invece 74 alunni in meno. L’unica particolarità è a Cogne dove, come già accaduto negli anni passati a Gressoney-Saint-Jean, potrebbe essere attivata una pluriclasse.
Al momento sono infatti sei gli alunni iscritti alla prima. “Non abbiamo ancora i numeri veri – spiega il sindaco Franco Allera – dobbiamo vedere se ci saranno eventuali bocciati. Nella peggiore delle ipotesi avremo una pluriclasse, sperando poi in una inversione di tendenza. Per le Valli laterali ci vuole comunque flessibilità, per fare sopravvivere le scuole.”

Sulle scuole superiori i numeri attuali potrebbero non consentire la partenza di alcuni percorsi di istruzione professionale o di istruzione formazione professionale (Ifp) come il Gara (Gestione delle acque e risanamento ambientale) ad Aosta o i servizi socio sanitari a Verrès. Le due iniziative risultano al momento congelate.

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