Vigili del Fuoco, la “statalizzazione” si scontra con i silenzi della Regione

A quasi tre mesi dal referendum per tornare sotto l’egida dello Stato, sfuggendo alla gestione regionale, i Vigili del Fuoco valdostani tornano a chiedere di essere ascoltati, e denunciano l'"immobilismo" da parte dell'Amministrazione regionale.
Vigili del Fuoco - Foto di Florence Defawes
Economia

A quasi tre mesi dal referendum per tornare sotto l’egida dello Stato, sfuggendo alla gestione regionale, i Vigili del Fuoco valdostani tornano a chiedere di essere ascoltati.

Da un lato il Conapo, il sindacato dei Vigili del Fuoco, che attraverso il Vice segretario regionale Demis Martinod scrive a chiare lettere che “Continua la mancanza di informazioni da parte dell’Amministrazione nei confronti delle vertenze presentate dai vigili del fuoco valdostani”, ovvero che, tranne il consigliere pentastellato Luciano Mossa “la politica, invece che interloquire direttamente con i rappresentanti del Corpo Valdostano, preferisce rilasciare dichiarazioni agli organi di stampa in cui si esprimono timori per il passaggio al nazionale, oppure come fatto da un consigliere riportare notizie di un fantomatico esubero di circa 80 persone che con il passaggio al nazionale verrebbero trasferite ad altra sede cosa che invitiamo a dimostrare, altrimenti sarebbe l’ennesima dimostrazione del modo con cui vengono affrontate le problematiche: con leggerezza, scarso o nullo studio e approfondimento, basandosi su sentito dire o ‘chiacchiere da bar’. Certamente una triste fotografia della realtà valdostana”.

Poi Martinod gioca all’attacco: “Fa sorridere anche sentire che sia colpa dei Vigili del Fuoco e della loro richiesta se adesso l’amministrazione regionale non provvederà a colmare le carenze di organico o ad effettuare i lavori di messa in sicurezza e adeguamento delle sedi di servizio del Corpo nonostante fossero già stati stanziati i fondi. Ragionamenti che ci lasciano allibiti tenuto conto che le carenze di organico le lamentiamo da anni così come i problemi di sicurezza delle sedi in cui operiamo. Ad anni di immobilismo su questi temi adesso finalmente la politica ha trovato la soluzione: colpa dei pompieri”

Dall’altro lato c’è invece la Cgil, che attraverso il Segretario Igor De Belli, scrive in una nota che: “Il referendum, con cui i nostri Vigili del Fuoco hanno deciso (con un voto plebiscitario) di tornare sotto la competenza dello Stato, ha avuto luogo a febbraio. Siamo a maggio e ancora nulla si è mosso da parte del Consiglio Regionale, che continua a mettere da parte la risoluzione, in cui tutti capigruppo delle forze politiche danno formalmente il via all’iter tra Regione Autonomia Valle d’Aosta e Stato”.

Un “immobilismo” che, dice ancora De Belli, dimostra un “lassismo da parte del Consiglio Regionale. Le logiche partitiche e politiche non ci interessano. Ci sta a cuore, invece, che i nostri Vigili del Fuoco ottengano ciò che da tempo chiedono a gran voce. Noi continueremo a scrivere e a tirare per la giacca la Regione, finché non vedremo che qualcosa si muove. Con noi non attacca il far finta di non sentire”.

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