Alberghi e ricettività diffusa anche in Valle d’Aosta

Si ritorna a parlare di albergo diffuso, Saint-Marcel pioniere già nel 2006 con l’iniziativa simile del Paese Albergo “Lo Tourbiillet”, una realtà che sta consentendo a Saint-Marcel di raccontarsi agli ospiti in maniera efficace e sostenibile.
Albergo diffuso, una delle abitazioni inserite nella rete - Saint Marcel
Economia

In tempi non sospetti a Saint-Marcel già si parlava della possibilità di recuperare il patrimonio immobiliare per metterlo a disposizione degli ospiti. Un’idea nuova per la Valle d’Aosta ma una realtà consolidata da oltre trent’anni per molti altri territori italiani. La storia della ricettività diffusa è piuttosto lunga e interessante, nel tempo ha appassionato molte persone tanto da istituire, forse in pochi lo sanno, perfino un Istituto internazionale di studi sugli alberghi diffusi chiamato SISAD, scuola che peraltro per breve tempo ha avuto anche un riferimento territoriale valdostano. A distanza di cinque anni si ritorna dunque a discutere di albergo diffuso anche in Valle d’Aosta, é infatti recente il via libera al disegno di legge regionale che introduce e disciplina questa forma di ricettività.

Per comprendere meglio ciò che è stato fatto ripercorriamo insieme le tappe di questa vicenda e spieghiamo cos’è l’albergo diffuso. L’idea che sta alla base di questa forma di ospitalità nasce dall’opportunità di mettere a disposizione posti letto anche in piccoli centri rurali coinvolti solo in parte dai flussi turistici senza bisogno di costruire nuovi immobili, ma recuperando il patrimonio immobiliare esistente; il tutto evitando impatti ambientali e salvaguardando il patrimonio edilizio esistente. Nello specifico consiste in una struttura ricettiva dotata di un’area accoglienza comune le cui componenti sono però dislocate in immobili diversi nel raggio di una distanza delimitata.

 Il target di riferimento di questa soluzione di vacanza é individuato in coloro che esigono un’ospitalità confortevole ma che vogliono allo stesso tempo comprendere e sperimentare le tradizioni, la vita e la cultura dei luoghi. Si tratta dunque anche di un vero e proprio animatore sociale che agevola e facilita il tramandarsi di tradizioni e della cultura locale limitandone lo spopolamento. Esso funge anche da attrattore di nuovi redditi, che seppur complementari, possono incentivare l’economia locale.

Nel 2006, come detto, a Saint-Marcel, in risposta alla sopravvenuta mancanza di posti letto, nell’ambito di un progetto denominato “Per lo sviluppo di una comunità locale accogliente”, si sviluppa l’idea di recuperare le seconde case troppo spesso vuote e inutilizzate. Dopo un lungo percorso fatto di incontri, confronti, docenze e sopralluoghi nei posti dove la ricettività diffusa è realtà da diversi anni si consolida l’idea del “Paese albergo”. Rispetto a quanto definito nell’albergo diffuso essa rappresenta una soluzione con alla base una filosofia simile ma più flessibile e consona alle caratteristiche del territorio. Trattandosi di borghi sparsi (caratteristica comune a molti centri valdostani) si fa infatti spazio l’idea di estendere il coinvolgimento delle “dependance” a tutto il territorio comunale. Ecco il perché del Paese Albergo, un progetto partito con qualche scetticismo ma fortemente voluto e trainato da alcuni protagonisti dal luogo che hanno oggi vinto una scommessa importante.

Lo Tourbiillet è infatti una realtà in continua crescita, un’associazione che sta valorizzando il territorio (1 ristorante aperto nel 2006, 5 funzionanti nel 2011) e che sta consentendo a Saint-Marcel di raccontarsi agli ospiti in maniera efficace e sostenibile. Una realtà davvero autentica che speriamo possa fungere da esempio e riferimento per le realtà future che verranno.

 

A CURA DI TURISMOK

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