Appalto servizio anziani Aosta, i sindacati: “Tagli lineari che non coprono i costi del servizio”

A preoccupare i sindacati sono anche altri appalti nel settore sociale che rischiano di avere "ingenti ricadute sul piano occupazionale" e "sensibili decurtazioni delle retribuzioni". Appello alla politica per avviare il confronto.
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Economia

C'è forte preoccupazione fra i sindacati per una serie di appalti nel settore sociale che rischiano di avere "ingenti ricadute sul piano occupazionale" e  "sensibili decurtazioni delle retribuzioni". Sotto i riflettori di Cgil, Cisl, Savt e Uil è finito in particolare l'appalto per l'affidamento del servizio di assistenza anziani del Comune di Aosta da 4 milioni e 212mila euro. 

"La base d'asta, passibile di ribasso, su cui far concorrere i partecipanti alla prossima gara e che andrà a determinare il compenso del vincente, non copre neppure l'attuale costo complessivo del lavoro – quanto viene pagato ai lavoratori, comprensivo degli oneri fiscali e previdenziali – sostenuto dagli attuali gestori. Sui dati in nostro possesso, abbiamo stimato che tale costo per circa 150 persone, corrisponda in linea di massima a 4 milioni e mezzo; ricordiamo che gli attuali organici, sono conseguenti al capitolato vigente ed in scadenza al 31.12.2016. Ci chiediamo cosa abbia indotto il Comune e chi per esso, ad ipotizzare che si possa andare ad una prossima gestione dei servizi mantenendone la qualità, con una prevedibile, negativa rideterminazione di personale e di condizioni lavorative".

Le preoccupazioni dei sindacati riguardano anche l'appalto dell'Azienda Usl, già assegnato ad una cooperativa romana sul servizio di mediazione interculturale, per 28.662 euro, l'appalto dell'Unité Monte Cervino per l'affidamento degli asili nido di Verrayes e Nido/Garderie Valtournenche per 201.062 euro e l'appalto dell'Unité Valdigne per l'affidamento del nido per 675.620 euro

"Analizzando e confrontando i capitolati d’appalto abbiamo constatato una lineare tendenza alla forte compressione e riduzione dei costi, ma a nostro parere, non in termini di razionalizzazione della spesa, ma di puro ed indiscriminato taglio lineare" scandiscono Igor De Belli della Fp Cgil, Barbara Abram della Cisl Fp, Piero Epiney del Savt Servizi e Natale Dodaro della Uil Fpl.

"Ricordiamo che nella gestione dei servizi ed in particolare delle strutture, esistono costi diversi da quello del personale, ulteriormente a carico dell’aggiudicatario (a titolo d’esempio assicurazioni, alimenti, bollette, riscaldamento e quant’altro). Abbiamo quindi il fondato timore che tali servizi saranno insostenibili, a queste condizioni.  In conseguenza, temiamo una forte ricaduta occupazionale sui servizi, in termini di possibili numerosi esuberi od in alternativa, di depauperamento delle retribuzioni delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti (già di per se modeste)". 

I sindacati si chiedono ,quindi, se "dietro l'apparente coincidenza, non ci sia una precisa quanto malcelata volontà politica, di andare a comprimere e ridurre significativamente il costo del lavoro degli operatori del settore, attraverso l'espulsione di molti di essi dal mercato, piuttosto che attraverso una coatta riduzione delle loro condizioni retributive. Scaricandone così gli oneri sulle parti sociali".

Infine Cgil, Cisl, Uil e Savt, nel minacciare la mobilitazione del comparto, lanciano un appello "a tutti i livelli politici ed istituzionali, in primis all'Assessore alla Sanità e alle Politiche Sociali della Regione per fermare immediatamente questa deriva ed avviare tutti i dovuti e pertinenti tavoli di confronto.

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