La stagione dei saldi è come la stagione venatoria. Ci si accosta alla vetrina, si punta un capo, e lo si osserva a distanza, passando e ripassando davanti al negozio a distanza di giorni. Al momento giusto, quando l’ambito oggetto è alla portata del proprio conto in banca, si estrae il portafoglio e si centra il bersaglio. Ma anche i cacciatori di sconti sono prede, a loro volta, dei negozianti, che aspettano di battere cassa. Come la stagione venatoria, anche quella dei saldi è soggetta a norme precise e a un calendario inappellabile. In Valle d’Aosta i saldi cominciano domani, lunedì 10 gennaio, in ritardo rispetto alle altre regioni italiane.
Una differenza che provoca il malumore di alcuni esercenti. “Passata la prima settimana di gennaio i turisti cominciano ad andarsene, perciò la scelta di cominciare il dieci non mi trova d’accordo. Sarebbe meglio anticiparli, e intercettare le esigenze del turismo invernale, centrale per l’economia di tutta la regione”. Afferma un negoziante del centro di Aosta, responsabile di una boutique di abbigliamento maschile. Non è così per tutti. A qualche decina di metri, dietro il bancone di un negozio di articoli e abbigliamento sportivo, lavora una ragazza dalle idee diametralmente opposte, ma altrettanto chiare. “Fosse per me i saldi li farei iniziare più tardi, o addirittura li abolirei. Tanto i turisti comprano senza badare tanto al portafoglio, dal momento che si trattengono per pochi giorni”.
Anche le associazioni di categoria non sono concordi. Se Giampiero Marovino, rappresentante regionale della Codacons, auspica addirittura una liberalizzazione dei saldi, per sopperire a delle regole aggirabili troppo facilmente e a beneficio di pochi, Giuseppe Sagaria, vice presidente vicario di Confcommercio Valle d’Aosta, non è contrario all’attuale impostazione, che posticipa i saldi valdostani rispetto al resto del Paese. “Dal 2004 una legge regionale stabilisce che i saldi in Valle devono iniziare il 10 gennaio. Non è stata un’imposizione da parte dell’amministrazione pubblica, ma una scelta condivisa. Per fissare una data, all’epoca, era stata costituita una speciale commissione, alla quale hanno partecipato anche gli esercenti. Alla fine è stato raggiunto un compromesso che non penalizzasse troppo gli interessi dei negozianti delle località turistiche alpine, come Courmayeur, Cervinia, Champoluc e Torgnon, dove la stagione di vendita inizia a ridosso delle feste invernali e il flusso di clienti è concentrato in pochi giorni. Loro non possono permettersi di scontare la merce troppo presto. Il mondo non finisce in via de Tillier, non dobbiamo essere Aosta-centrici, ma mediare tra le diverse realtà. Naturalmente siamo qui per ascoltare le esigenze dei lavoratori del settore ed eventualmente correggere il tiro, siamo disponibili anche a ricostituire una nuova commissione”.
Intanto c’è chi percorre strade alternative e rischiose per rilanciare gli affari dopo l’ennesimo Natale di crisi, austero e ben poco spensierato. Basta attraversare il centro storico di Aosta per accorgersi di come molti esercenti già da giorni, talvolta perfino da prima di Natale, abbiano cominciato a esporre dei cartelli che promettono ribassi del 20, 30, perfino del 50 per cento. Basta chiamare i saldi “sconti”, e magicamente non è più necessario rispettare il conto alla rovescia. Altri invece si limitano, correttamente, ad avvertire con scritte e annunci i clienti del vicino inizio dei saldi, riportando le date di inizio e fine della promozione di fine stagione. “Accanto a tanti esercenti onesti che rispettano la legge ce ne sono altri che provano a forzare il gioco, e pur di guadagnare corrono il rischio, al primo controllo, di incorrere in pesanti sanzioni” rilancia Sagaria. “Altri non accettano carte di credito, o non sono disponibili a cambiare i capi acquistati in saldo quando presentano difetti di conformità. Noi siamo qui anche per aiutare chi lavora a comprendere e rispettare le regole”. Marovino consiglia prudenza: “Fotografare il capo di abbigliamento o l’oggetto con il prezzo di dicembre e confrontarlo con il cartellino dei saldi può essere un buon modo per tutelarsi. E’ bene anche conoscere i propri diritti, per essere pronti a difendersi dalle piccole e grandi truffe che talvolta si nascondono dietro un’allettante offerta in saldo”.