A maggio e giugno scorsi, la Casa da gioco di Saint-Vincent ha registrato “ricavi mensili lordi superiori ai 5 milioni di euro”. Performances valutate “non consuete per periodi non di ‘alta stagione’”. Lo scrive l’amministratore unico del Casinò, Rodolfo Buat, relazionando alcuni giorni fa al commissario giudiziale del concordato preventivo cui la società è sottoposta, Ivano Pagliero, sull’esecuzione della procedura nel primo semestre 2022.
Giochi: +800mila euro sul 1° semestre 2019
Rimanendo in fatto di andamento, i sei mesi che hanno aperto l’anno in corso sono stati caratterizzati, “finita l’emergenza Covid-19, da un’attività regolare, con risultati decisamente soddisfacenti e superiori alle aspettative”. Il paragone con lo stesso periodo del 2019 (ultimo anno non interessato da restrizioni per l’emergenza pandemica) evidenzia un innalzamento dei proventi di gioco per circa 800mila euro, “anche per effetto di un notevole incremento del gioco online”.
I ricavi della Casinò de la Vallée, al netto dell’attività alberghiera derivante dalla Casa da gioco, sono stati, nel semestre, pari a 30 milioni 339mila euro. Una cifra superiore di 5,5 milioni a quanto previsto nel piano concordatario e di 2,6 milioni alla voce iscritta nel budget 2022 della società. Voci che fanno dire all’au (che richiama anche il bilancio allo scorso 31 dicembre, chiuso su un’utile di 1,6 milioni) di un andamento generale della gestione “ampiamente superiore alle previsioni”.
Le incognite Covid-19 e Ucraina
Per introiti che aumentano, il vertice della Casa da gioco annuncia “anche un discreto risparmio sui costi” nel semestre, ma invita a “prudenzialmente non dimenticare le criticità emergenti a seguito della possibile recrudescenza della pandemia per Covid-19 e degli effetti economici collegati agli eventi bellici in Ucraina”. Inoltre – ricorda Buat – “non va dimenticato che il mercato del gioco presenta elementi aleatori che possono condizionare l’andamento futuro della società”.
Personale: mobilità per 15 unità
Dal documento emerge poi che i dipendenti della società, allo scorso 31 dicembre, erano 411: 353 alla Casa da gioco e 58 nei servizi alberghieri. La “cura dimagrante” intrapresa all’alba del concordato per ridurre il personale, comunque, continua: la società ha “già avviato – si legge – una procedura di mobilità ai sensi della legge 223/1991 ed è in attesa della firma del verbale di esame congiunto”.
Tale “riduzione riguarderà 15 unità” e “consente di allineare la forza lavoro a tempo indeterminato agli obiettivi del piano (400 unità)”. Non solo, perché “l’occasione è utile anche per ridurre in modo strutturale i costi della società”. Nel periodo di durata del piano industriale “il risparmio complessivo del costo del lavoro sarà di 1,648 milioni di euro, – informa Buat – contro un costo per le uscite pari a 400mila euro, per un saldo atteso di risparmio con effetti positivi sulla liquidità pari a 1,247 milioni”.
Servizi alberghieri: criticità nel reperire manodopera
Dal punto di vista occupazionale, tuttavia, gli esiti degli avvisi di assunzione pubblicati nel primo trimestre dell’anno “per profili caratteristici dell’attività alberghiera” sono stati “largamente deludenti rispetto all’obiettivo di allargare i contatti con personale potenzialmente interessato a un’attività in azienda, confermando le forti criticità del settore dal lato dell’offerta di manodopera”. Gli idonei saranno tenuti in considerazione per picchi “stagionali e/o settimanali”, ma “non sono previsti incrementi strutturali di organico”.
Rinnovo tecnologico: il management al lavoro
La relazione si chiude poi su tre temi “sensibili” per l’azienda e per la procedura concordataria in corso. Il primo attiene agli investimenti che la società intende effettuare in fatto di rinnovo tecnologico. In proposito, l’au informa il commissario (che aveva avanzato richieste al riguardo) che sarà preparata “l’istanza agli organi della procedura che dimostri, tramite un adeguato piano finanziario (che è già stato predisposto) la sostenibilità dell’intervento” e che in luglio il management ha incontrato due volte il Collegio sindacale per “illustrare il contenuto del piano finanziario, già a loro mani, e ad acquisire il parere richiesto, in fase di predisposizione”.
Chiuso il contenzioso con De Vere
Quanto, poi, al contenzioso tra la Casinò de la Vallée e la società “De Vere Concept Srl” (che nel 2018 si era aggiudicata un bando riguardante soprattutto i tornei di poker e la gestione della sala “Evolution”). In riferimento all’accordo transattivo tra le parti, “nel corso del primo trimestre 2022 sono terminati tutti i pagamenti ai creditori pignorati inseriti nel suddetto accordo”, che “è pertanto da considerarsi chiuso”. Altri crediti, “oggetto di pignoramento successivamente alla data di stipula dell’accordo”, seguiranno l’iter della procedura concordataria (con le tempistiche previste per i chirografari).
Beni no-core: valutazioni su terza asta
Infine, richiamando le due aste andate deserte per la vendita degli immobili e terreni no-core, l’au Buat sottolinea che “ci si riserva una valutazione più approfondita sulle tempistiche della eventuale terza asta, tenendo conto dell’evoluzione del mercato di riferimento e di ogni altra circostanza del caso, pur sempre nel doveroso rispetto del termine del 30 giugno 2024, stabilito nel piano di concordato”.