Come evolve il turismo della neve

La stagione turistica invernale è ormai alle porte, per alcune località valdostane é addirittura già iniziata. Le destinazioni alpine si apprestano ad accogliere milioni di visitatori: cosa è cambiato nel mercato?
Val Ferret  - immagine di archivio
Economia

Benché i flussi turistici maggiori si concentrino in estate, per i territori alpini é da sempre l’inverno a rappresentare ila stagione più importante. Ogni anno ci si prepara, dunque, con largo anticipo all’inverno che negli ultimi anni sta attraversando una fase di profondo cambiamento, dettata sia da trend di lungo periodo, che incidono ad esempio sulle modalità di fruizione del prodotto turistico, sia da elementi contingenti, quali ad esempio la crisi economica che attanaglia l’Europa da circa due anni e non sembra aver ancora trovato un equilibrio in grado di restituire serenità ai consumatori.

Vediamo con quali cambiamenti le nostre destinazioni devono confrontarsi. Anzitutto, i cambiamenti climatici ed in particolare l’innalzamento medio delle temperature che rendono sempre più difficile e oneroso mantenere condizioni di innevamento adeguate nell’arco della stagione, soprattutto nelle località più a bassa quota, e l’attenzione maniacale alle condizioni meteo che vincolano le partenze. A ciò si aggiungono fattori economici quali l’innalzamento dei costi di gestione e rinnovamento degli impianti sciistici oltre all’innevamento artificiale. La necessità di rimanere competitivi impegna le destinazioni in investimenti continui per mantenere invariato il livello qualitativo della propria offerta sciistica (ampliamento delle piste, costruzione di nuovi collegamenti funiviari e rimodernamento di quelli vecchi etc.). Infine, uno scenario competitivo radicalmente cambiato negli ultimi anni in cui si è assistito a un aumento radicale dell’offerta dovuto, sia alla diminuzione dei costi di trasporto e a nuove formule commerciali, sia all’affermarsi di nuove destinazioni che pur non offrendo una vacanza invernale in senso stretto sono in diretta competizione con le destinazioni alpine per attrarre i medesimi flussi di domanda.

Le destinazioni sciistiche per adattarsi al cambiamento devono proporre un’offerta sempre più variegata che non si limita al prodotto sciistico tradizionale, ma è in grado di soddisfare le esigenze anche di chi non scia, oltre a puntare su nicchie di mercato che praticano discipline sportive alternative allo sci (snowkite, heliski, sci alpinismo, ciaspole etc.).

Cambiano, infine, le modalità di scelta della destinazione e i canali di prenotazione della vacanza. Il web è sempre più protagonista quale strumento di conoscenza per la raccolta di informazioni e suggerimenti soprattutto all’interno dei social media, spazi di forte interazione tra gli utenti. La settimana bianca, modalità di vacanza ormai desueta cui si lega la forte crisi del comparto ricettivo delle seconde case e degli appartamenti turistici, lascia spesso il posto a soggiorni brevi, spesso limitati ai week end. Come detto a conseguenza di ciò e data anche l’incertezza della situazione economica, la prenotazione della vacanza si sposta sempre più sotto data e i consumatori dedicano grande importanza alla componente economica, orientando le proprie scelte circa la destinazione anche in base alla convenienza di prezzo.

Alla luce di questi radicali cambiamenti, le destinazioni sciistiche valdostane e non, per rimanere competitive, devono innovare e focalizzare la propria offerta su uno o più prodotti specifici collocando in modo chiaro la destinazione sul mercato e puntando su elementi non necessariamente legati alla pratica dello sci, che è ancora l’elemento di traino della stagione ma che sta lasciando spazio all’insorgenza di nuovi modi di intendere la vacanza invernale.

A CURA DI TURISMOK

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