Confcommercio e i consulenti del lavoro contro il “dumping” contrattuale: “Vera piaga per il settore”

A dirlo Fipe-Confcommercio e l'Associazione nazionale consulenti del lavoro: "L'utilizzo di contratti collettivi non rappresentativi, che riducono illegittimamente il costo del lavoro, sta creando una pericolosa distorsione del mercato", dicono chiedendo maggiori controlli.
Confcommercio VdA
Economia

 La denuncia arriva “con fermezza”, e riguarda “il dilagare del dumping contrattuale nel settore, un fenomeno che sta minando la qualità del lavoro e la competitività delle imprese”.

A scriverlo, in una nota, Fipe-Confcommercio Valle d’Aosta, che spiega: “L’utilizzo di contratti collettivi non rappresentativi, che riducono illegittimamente il costo del lavoro, sta creando una pericolosa distorsione del mercato a danno sia dei lavoratori che delle imprese che operano nella legalità”.

Per questo, la Federazione sottolinea come questi contratti, considerati irregolari dalle disposizioni di legge e dalle normative dell’Ispettorato del Lavoro, rischino di “trasformarsi in una vera piaga per il settore, compromettendo la tenuta sociale del comparto e indebolendo il sistema di rappresentanza del lavoro”.

“Il fenomeno del dumping contrattuale rappresenta una seria minaccia anche per il nostro tessuto economico – dichiara Graziano Dominidiato, presidente Fipe-Confcommercio VdA –. È importante che le autorità competenti garantiscono i controlli per permettere una concorrenza leale e tutelare sia i lavoratori che le imprese che rispettano le regole. La recente firma del Contratto collettivo nazionale del lavoro testimonia il nostro impegno concreto per la legalità e la tutela dei diritti”.

Alla voce di Confcommercio di aggiunge quella dell’Associazione nazionale consulenti del lavoro, e particolarmente per bocca del presidente valdostano Ancl Matteo Fratini: “È urgente intensificare i controlli per tutelare lavoratori e imprese. L’allarme lanciato da Fipe sul fenomeno del dumping contrattuale merita la massima attenzione da parte delle istituzioni e degli organi preposti al controllo e dai consulenti del lavoro che sono da sempre in prima linea per garantire il lavoro di qualità”.

Non solo: “L’utilizzo di contratti collettivi non rappresentativi mina profondamente l’essenza ontologica del lavoro e la competitività delle imprese sane, generando una concorrenza sleale e indebolendo tutto il sistema – aggiunge Fratini –. Come Ancl, ribadiamo la necessità di un’azione tempestiva e coordinata per garantire il rispetto delle normative e la dignità del lavoro in ogni settore. L’Associazione nazionale consulenti del lavoro si unisce dunque all’appello della Fipe Valle d’Aosta affinché venga rafforzata la vigilanza su questi contratti irregolari, che non solo compromettono la sostenibilità delle imprese, ma mettono a rischio la tenuta sociale del comparto valdostano”.

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