“La fase di ripartenza che ci accompagnerà nei prossimi mesi a seguito dell’emergenza sanitaria non deve essere caratterizzata da una ricerca del profitto a qualunque costo. Il bene e la salute dei cittadini e dei lavoratori devono essere messi al primo posto”.
A scriverlo, in una nota, è il Savt, che aggiunge: “Il modo giusto per fare ripartire il sistema economico dopo la pandemia Covid-19 non può essere, infatti, quello di utilizzare scorciatoie che possano mettere a rischio i lavoratori e gli utenti con il solo scopo di recuperare il più in fretta possibile i danni economici subiti a causa delle chiusure dettate dalla fase emergenziale”.
Innanzitutto, il sindacato chiede “grande attenzione sull’applicazione delle norme e dei protocolli di sicurezza. Bisogna evitare che il post Covid-19 sia caratterizzato da gravi infortuni sul lavoro. La vita e la salute delle persone non hanno prezzo e troppo spesso questo viene dimenticato a favore di un mero interesse economico”.
La ricerca di un profitto che rischia di calpestare “il principio della sicurezza dei lavoratori e dei cittadini”.
Lo “sblocco” dei licenziamenti
Altro punto “caldo” sollevato dal Savt è il venir meno del blocco dei licenziamenti dal prossimo 1° luglio. Il sindacato scrive come anche questo “metta in evidenza come l’interesse economico delle aziende venga anteposto rispetto al bene dei lavoratori. Sicuramente non si poteva immaginare che questa misura avesse una durata indeterminata, ma è altrettanto vero che senza una riforma degli ammortizzatori sociali e vere politiche attive di reinserimento nel mondo del lavoro si corre il rischio di trovarsi di fronte ad una gravissima crisi sociale”.
La riforma degli appalti pubblici
Sulle semplificazioni nelle aggiudicazioni degli appalti pubblici, in agenda del Governo Draghi, il Savt confida “che si debba andare verso una sburocratizzazione anche al fine di favorire l’utilizzo delle risorse economiche che arriveranno con il PNRR”.
Con una perplessità: “Segnaliamo, però – chiude la nota –, come il bene e la sicurezza dei lavoratori e dei cittadini debbano comunque sempre essere messi al primo posto. Troppe volte negli anni abbiamo dovuto, infatti, assistere al crollo di opere pubbliche dovuti all’incuria nella fase di costruzione. In una società che si ritiene evoluta non è più tollerabile assistere alla realizzazione di opere pubbliche non rispondenti ai requisiti tecnici previsti ovvero a manutenzioni non regolari nelle tempistiche e negli interventi necessari. Il margine di guadagno più o meno importante non può decidere delle nostre vite”.