Edilizia valdostana, è allarme rosso: “Così siamo destinati a morire”

19 Marzo 2022

E’ scattato l’allarme rosso per l’edilizia valdostana. Le imprese del settore costruzioni si sono ritrovate ieri pomeriggio, venerdì 18 marzo, alla Pepinière d’Entreprises di Aosta, per una riunione straordinaria organizzata dalle associazioni di categoria (Sezione Edile di Confindustria, Cna e Confartigianato Imprese).

Sul tavolo, da affrontare in maniera urgente, c’era situazione difficile di questi primi due mesi e mezzo del 2022 contraddistinti dai continui rincari dei prezzi delle materie prime, dei carburanti, del gas e dell’energia elettrica.

I numeri della crisi

Il quadro emerso durante la riunione – alla quale hanno partecipato 70 imprese – è drammatico: il gasolio ha raggiunto il prezzo della benzina e rispetto al rilevamento di gennaio 2021 è aumentato di quasi il 64,25%: il Gpl, rispetto a 15 mesi fa, ha subito un rincaro del 39,59%. Sotto gli occhi di tutti il prezzo del gas e quello dell’energia elettrica, che hanno fatto registrare rispettivamente un +875% e un +542% nei soli primi 15 giorni di marzo.

Spaventosi pure i dati relativi alle materie prime: il ferro acciaio tondo per il cemento armato è aumentato del 54% nel 2021 rispetto all’anno precedente e di un ulteriore 40% nel primo bimestre del 2022. Il cemento, sostanzialmente stazionario nell’epoca del “Caro Materiali”, ha subito un rincaro di 25 euro a tonnellata in questo inizio d’anno e i principali competitors del mercato nazionale hanno già presentato un aumento della stessa portata entro la fine del mese. Infine, il bitume (+35% nel 2021 rispetto al 2020, +40% nel primo bimestre 2022), il cui costo alle stelle – sommato ai rincari di gas e gpl – ha già bloccato gran parte delle aziende operanti nel settore degli asfalti.

 

“Misure limitate, la guerra rischia di produrre effetti devastanti”

“E’ una situazione mai vista prima e che sta mettendo in ginocchio l’intero settore delle costruzioni. – ammettono Laurent Visini, Andrea Caruso e Aldo Zappaterra, rispettivamente presidente della Sezione Edile di Confindustria Valle d’Aosta, vice presidente di Cna Valle d’Aosta e presidente di Confartigianato Imprese Valle d’Aosta – Se non si interviene subito il nostro comparto è destinato a subire danni gravissimi, forse irreversibili: abbiamo sempre dialogato bene con la Regione, così come a livello nazionale le associazioni sono state ricevute dal Governo, ma le misure fin qui adottate sono limitate e soprattutto hanno tempi di attuazione lunghissimi, incompatibili con l’emergenza finanziaria del momento. Le soluzioni che hanno proposto le Pubbliche Amministrazioni sono pensate per contesti economici ordinari caratterizzati da stabilità, nel quale gli aumenti colpiscono solo un numero limitato di materiali. Non è però immaginabile applicare tali meccanismi in un momento straordinario come quello attuale che, peraltro, complice il conflitto ucraino, rischia di produrre effetti devastanti ancora per molti mesi”.

Le richieste delle imprese

Nel corso del pomeriggio della Pepinière le imprese hanno dialogato per quasi tre ore sulle necessità del momento e sulla strada da intraprendere per cercare di salvare una situazione decisamente grave. “Di comune accordo  – commentano ancora  gli organizzatori della riunione – abbiamo deciso di confrontarci per organizzare una serrata dell’intero settore per sensibilizzare l’opinione pubblica sui tanti, troppi problemi che vive in questo momento il nostro mondo. Chiederemo all’Amministrazione regionale di aprire un tavolo di concertazione in previsione dell’imminente aggiornamento del prezzario regionale che tenga conto dei reali valori di mercato. La politica, vista la situazione attuale, deve prendersi la responsabilità di fare una cernita delle opere prioritarie da mettere in appalto con prezzi congrui, altrimenti il sistema non regge. C’è poi un altro aspetto, tutt’altro che secondario, che va tenuto in forte considerazione: nella situazione attuale le imprese del settore edile rischiano di dover ricorrere a strumenti come la Cassa Integrazione o, nella peggiore delle ipotesi, ai licenziamenti dei dipendenti. Vogliamo ricordare che l’edilizia valdostana, nel 2021, ha impiegato fino a 2.257 operai e 285 impiegati e ha fatto registrare una massa salari annua di 47 milioni e 520mila euro. Siamo un settore trainante per l’economia regionale, i danni che subiamo noi andrebbero a ricadere a cascata su tutto il contesto sociale valdostano”.

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