Frana di La Saxe, ad Entreves a rischio la stagione turistica

Mettere al sicuro le persone è la priorità. Le conseguenze economiche possono essere altrettanto drammatiche: ecco il tourism crisis management.
La Saxe frana
Economia, Società

La frana di 645.000 metri cubi di roccia e detriti che incombe dal Monte di La Saxe e che minaccia alcune case della zona alta della frazione di Entrèves e della frazione La Palud, nel comune di Courmayeur, ha tolto il sonno di molte persone. Non è dato sapere quando il versante instabile collasserà, non è neppure certo che questo avvenga, se però la velocità con cui si muove la frana continuerà ad aumentare, potrebbe essere questione di poco tempo. Uno scenario del genere può comportare una serie di ripercussioni non indifferenti che possono arrecare danni collaterali al territorio, in particolar modo alla sua economia. La situazione di Entrèves ci fa riflettere su un tema molto spesso sottovalutato per non dire non considerato, è il tourism crisis management. Ma cosa significa esattamente?

La letteratura a riguardo è poco diffusa in Italia ma di fatto si tratta di definire un programma che sappia far fronte a situazioni eccezionali e impreviste, che comportino un improvviso crollo della domanda turistica, dovute a fenomeni naturali eccezionali o a contrazioni improvvise di mercati specifici per cause varie: interruzione collegamenti, emergenze sanitarie ecc.. Il tourism crisis management è di fatto una derivazione di un più ampio concetto di gestione della criticità. Non si tratta però di prevedere come affrontare l’emergenza contingente (da affidare piuttosto a tecnici esperti, vedi protezione civile, geologi, ecc..) quanto di studiare preventivamente alternative e soluzioni che non compromettano l’economia di un territorio, nel nostro caso quella prettamente turistica. Per la verità gli esempi possono essere notevoli, purtroppo non è neppure il primo caso in Valle d’Aosta. Come non ricordare il danno economico generato dalla chiusura del Traforo del Monte Bianco piuttosto che i danni generati da stagioni con innevamento particolarmente scarso. Maltempo (uragani), malattie (sars), problemi nei trasporti aerei, disagi sociali (Lampedusa) e sommosse (Paesi medio oriente), ma anche semplicemente paura che qualcosa accada e relativo sentimento di non sicurezza possono indurre le persone a fare scelte diverse, in fondo perché rischiare di rovinarsi la vacanza ostinandosi a scegliere una meta?

Sempre più spesso ultimamente il meteo e altre variabili esogene sono considerate responsabili di alterazioni dei flussi turistici. E’ dunque compito del management della destinazione individuare strategie promozionali differenti, alternative commerciali, ripensare eventi, offrire incentivi particolari, calmierare situazioni di panico e definire una strategia di comunicazione forte e chiara per contenere gli allarmi e la diffusione di notizie errate e contrastanti.
Quali? La risposta necessita di una riflessione approfondita, in alcuni casi possono risultare però efficaci anche semplici accorgimenti come il caso delle “tariffe pioggia” individuate da alcuni hotel come intervento “salva prenotazione” in caso di maltempo, in altri la situazione va affrontata con professionalità e soprattutto con largo anticipo, indipendentemente dalla prospettiva che si verifichino eventi calamitosi o no. Spesso, infatti, si tratta di situazioni del tutto impreviste alla quali rischiamo di farci trovare del tutto impreparati.
 

A CURA DI TURISMO OK

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