Genestrone: la Chambre rimanda la resa dei conti

Silvana Perucca: “Ci confronteremo ancora il 30 maggio con associazioni di categoria e ordini professionali, faremo di tutto per salvare la Chambre”. Sei i membri della Camera di commercio valdostano apertamente contro l’operato di Genestrone
Pierantonio Genestrone
Economia

“Pro tempore sì, sono ancora il presidente”. Non ci saranno altri commenti, per il momento, da Pierantonio Genestrone. I membri della Chambre sono usciti alla spicciolata dall’Hotel Europe, dove si è appena svolta una riunione straordinaria a porte chiuse. Due ore e mezza non sono bastate per dirimere la questione. Ma quali sono i gravi motivi che giustificano, secondo molti, la defenestrazione del presidente? Sulla questione vige il massimo riserbo. La poltrona resta a Genestrone, in attesa della prossima riunione, convocata per il 30 maggio. Soltanto Silvana Perucca, che ha convocato l’assemblea in qualità di consigliera di giunta della camera di commercio valdostana, rilascia qualche dichiarazione. “Ci sono problemi seri, tali da richiedere maggiore approfondimento, ed è necessario continuare a discuterne con le associazioni di categorie e gli ordini professionali. Genestrone, che ha partecipato anche in qualità di presidente di Confcommercio, ha offerto la propria totale disponibilità al confronto, che è stato sereno ma fermo” ha affermato. “L’istituto della sfiducia, in base al nostro statuto, non esiste. Piuttosto, c’è una mancata condivisione, da parte di sei membri, dell’operato del presidente Genestrone. A noi comunque – ha sottolineato – preme una cosa sola, salvare la Chambre. Sappiamo che se non troviamo un accordo la legge regionale rimanda ogni decisione al presidente della Regione, e noi vogliamo evitare che la questione finisca sul suo tavolo, con ciò che ne consegue. Non siamo ancora a questo punto, ma il rischio c’è”.

Anche l’approvazione all’unanimità del bilancio, avvenuta il 30 aprile scorso, “non deve essere letta come un punto a favore del presidente” ha concluso la presidente dell’Adava. “Si è trattato di un atto di responsabilità da parte di tutti noi, perché se fossero mancati i voti il presidente della Regione sarebbe stato interpellato a dirimere la questione, e la Chambre avrebbe potuto chiudere i battenti”. Appena uscito dalla conferenza settimanale di Giunta, Augusto Rollandin, interpellato sulla questione, ha dichiarato salomonicamente: "La Chambre ha una sua autonomia che noi rispettiamo. Siamo interessati al suo buon funzionamento: se chiarimenti ci devono essere, che siano portati avanti nel più breve tempo, nell’interesse dell’azione che deve svolgere la Camera di commercio" 

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