Il caro energia ha fatto riscoprire ai valdostani la legna da ardere

Elevate, secondo recenti dati Istat, anche le spese per gasolio, gpl e pellet. Il che ha finito con il "regalare" alla Valle d’Aosta il primato di regione italiana con la spesa energetica più elevata, quest’ultima stimata a circa 1700 euro annuali a famiglia.
Stufa a legna
Economia

Aumentano i costi di gasolio e pellet e i valdostani scelgono di compiere un passo indietro e di tornare alla più tradizionale e conveniente legna da ardere. A fronte di rincari energetici sempre più pressanti e accanto a coloro che tentano di adattarsi a ritocchi ai prezzi e tetti governativi imposti alle spese, sono molti i residenti e le famiglie che si sono visti costretti a modificare in toto le proprie abitudini di riscaldamento sperando in un risparmio, anche soltanto minimo.

Le preferenze secondo Istat

Emerge chiaramente anche dal rapporto Istat di ieri, martedì 21 dicembre, l’impennata subita dai costi dell’energia nel 2020, che ha condotto ad una spesa complessiva italiana di 36 miliardi di euro, un totale di circa 1400 euro a famiglia con una media di 118 euro al mese. Se nel settentrione più della metà dei residenti predilige il metano e nel meridione invece la propensione è maggiore verso l’energia elettrica, è chiaro anche che ambedue i costi raggiungono indubbiamente livelli più elevati nel caso di nuclei con bambini o anziani.

Stando alle statistiche il 17% degli italiani – circa uno su sei – tende a fare uso di legna, della quale nel solo 2020 sono state consumate ben 16 milioni di tonnellate per larga parte provenienti da terreni di proprietà oppure recuperata da conoscenti o zone boschive comuni. Risulta tuttavia in crescita l’utilizzo in ambiente domestico del pellet per l’alimentazione di stufe e camini tradizionali o innovativi, fruito dal 7,3% degli abitanti con un incremento rispetto al 2013 dell’80%: sono state infatti poco meno di 3 milioni le tonnellate bruciate nel 2020 sia per il riscaldamento sia per la produzione di acqua calda sia ancora per la cottura dei cibi.

I consumi energetici delle famiglie
I consumi energetici delle famiglie

L’energia in Valle d’Aosta

Secondo Istat la Valle d’Aosta registra la spesa energetica media annuale per ogni famiglia più alta della Penisola, che oscilla attorno ai 1.762 euro per ciascun nucleo residente, complici tanto i comportamenti individuali del cittadino quanto la differente disponibilità di prodotti energetici sul territorio ed il relativo costo di mercato.

Se la regione riscontra un uso di metano minimo sul piano nazionale, secondo soltanto alla Sardegna con il 22,9% dei fruitori, nettamente maggiori sono le scelte famigliari che ricadono sul gasolio, per il quale si riscontra la spesa più alta in Italia pari al 19,7%, e per il gpl, con una spesa invece pari al 13,8%.

Nonostante una certa affezione per la tradizionale e meno costosa legna, la Valle d’Aosta guadagna la medaglia di argento anche per il consumo annuale di pellet datato 2020, raggiungendo la quota del 15,6% delle famiglie contro i minimi inferiori al 5% notati in Puglia, Sicilia, Emilia-Romagna e Lombardia.

Costi per tipologia famigliare
Costi per tipologia famigliare

Vantaggi e svantaggi della legna

Stando al parere dei responsabili tecnici de “La casa del fuoco” di Saint-Christophe, negli ultimi sei mesi la clientela è parsa favorire nei suoi acquisti in vista dell’inverno gli apparecchi a legna in virtù dei prezzi inferiori di tale tipologia di combustibile. Coloro che, per converso, già negli anni passati avevano adottato un sistema di riscaldamento a pellet paiono essersi mantenuti fedeli a esso nonostante l’impennata estiva delle spese correlate.

“La legna rappresenta di fatto il miglior combustibile sul piano economico nonostante ulteriori e rilevanti svantaggi legati allo sforzo di stoccaggio, alle tempistiche di bruciatura, al maggior volume rispetto al pellet e alla necessità di una presenza costante in casa che si occupi di alimentare il fuoco – spiegano dall’azienda, che ha notato una preferenza per i macchinari che necessitano di essere ricaricati soltanto due volte al giorno senza richiedere alcuna supervisione -. Durante la stagione estiva il pellet non soltanto risultava pressoché irreperibile ma raggiungeva costi spropositati che hanno spinto di acquirenti a comperarne in quantitativi ridotti in attesa di una stabilizzazione delle spese”.

Legna e pellet
Legna e pellet

Prezzi e comodità

La predilezione dei valdostani per legna o pellet varia anche sulla base di età, destinazione di utilizzo e quantità di impegni lavorativi e personali giornalieri: mentre la prima sembra preferita dai più anziani per l’apparenza che essa dà di calore del focolare domestico e per la facilità e talvolta la gratuità della sua reperibilità, il secondo viene al contrario apprezzato maggiormente dai giovani, spesse volte costretti fuori casa tutto il giorno senza possibilità di vegliare affinché il fuoco resti vivo e sicuro, o desiderosi di destinare ad un appartamento non abitato ma in affitto una modalità di riscaldamento meno pericolosa o di difficile installazione.

“La tendenza dei valdostani a fruire del legname da ardere non ha potuto che rafforzarsi grazie ai rincari subiti dal pellet, una inaccettabile forma di speculazione che ha condotto al raddoppio dei prezzi, da noi mantenuti sugli standard dei 13 euro di settembre, ma che in alcune zone della regione arrivati a toccare anche i 18 euro al sacco – racconta Yuri Jerusel, il titolare di “Jerusel Gidio” ad Aymavilles, che ha voluto quest’anno consigliare ai propri clienti di acquistare non tanto interi bancali ma pochi sacchi alla volta, in attesa di un probabile abbassamento dei prezzi -. Accanto a chi utilizza con costanza il cosiddetto potazé per godere di una sicurezza aggiuntiva per la propria cucina in caso di assenza di corrente, l’alimentazione tradizionale ha le peculiarità di mantenere a lungo il calore anche a stufa spenta e di non richiedere eccessivi interventi di manutenzione o cambio di pezzi come invece accade con gli apparecchi a pellet”.

Le preferenze energetiche degli italiani
Le preferenze energetiche degli italiani

La rimonta del pellet

Con la auspicata e futura modificazione che equipari l’Iva del pellet, attualmente fissata al 22%, al 10% degli altri combustibili, i professionisti aostani pronosticano una ripresa dell’utilizzo di tale modalità di riscaldamento entro la primavera.

“Sino all’anno passato il pellet rappresentava di fatto una convenienza per i lavoratori impossibilitati a restare in casa a seguire il proprio fuoco, ma con gli aumenti estivi molti hanno finito con l’orientarsi sulla legna acquistando stufe eventualmente collegabili anche ai propri termosifoni – osserva Corrado Stacchetti di “Stacchetti Stufe” a Gressan -. Ai nostri clienti tendiamo a consigliare il pellet, economizzando eventualmente i suoi costi diminuendo l’orario di accensione del proprio apparecchio, soprattutto in considerazione della praticità di macchinari programmabili e puliti nonché della semplicità della sua reperibilità e del suo stoccaggio”.

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