Imprese in calo nei primi tre mesi del 2020, ma si aspetta ancora l’impatto dell’emergenza

17 Aprile 2020

Il calo è per certi versi fisiologico, per altri inevitabile. Anche se i veri numeri della crisi economica, che si accompagna a quella sanitaria, deve essere ancora letto, capito, studiato.

La fotografia scattata dalla Chambre Valdôtaine sulla situazione delle imprese in regione tiene conto come di consueto del primo trimestre 2019, e – arrivando fino al 31 marzo 2020 – non può che cominciare a far solo intravedere l’onda crescente dell’emergenza Covid-19.

Lo “stock” di imprese registrate in Valle d’Aosta alla fine del mese scorso è di 12.187 unità, dato che fa segnare un calo dell’1,1% rispetto al trimestre precedente e dello 0,6% rispetto al primo trimestre del 2019.

Nel primo trimestre del 2020 in Valle d’Aosta – scrive la Chambre – sono nate 204 nuove imprese, dato sostanzialmente in linea con il quello registrato nello stesso periodo del 2019, in cui erano 208. Le cessazioni non d’ufficio sono invece state 312 contro le 303 del primo trimestre dello scorso anno. Saldo che, tra iscrizioni e cessazioni, si attesta quindi sul valore di -108 imprese contro le -95 registrato dei primi tre mesi 2019.

Un tasso di crescita che resta negativo

Il tasso di crescita rimane negativo con un valore di -0,88% (nello stesso periodo del 2019 era di -0,77%), peggiore rispetto al dato nazionale (-0.50%). Dato che, spiega ancora la Chambre, deve essere analizzato considerando anche che il primo trimestre dell’anno fa segnare un bilancio tradizionalmente negativo tra le iscrizioni e le cessazioni, a causa del concentrarsi di queste ultime sul finire dell’anno precedente.

Tutti i settori in calo

Prendendo in esame i diversi settori economici, i dati evidenziano un calo generalizzato di tutti i settori a partire dal commercio che fa segnare 38 imprese in meno (-1,8%) rispetto al trimestre precedente e quello delle costruzioni – da tempo in sofferenza – che registra un calo di 35 imprese (-1,5%). Dati negativi anche per quanto concerne il turismo e l’agricoltura con un calo di 14 unità.

Ditte e società in difficoltà

Dal punto di vista delle forme giuridiche, i dati confermano le difficoltà delle ditte individuali, con un tasso di crescita di -1,47%, così come quelle delle società di persone (-0,33%). Positiva è, invece, la performance fatta registrare dalle società di capitale con un tasso di crescita di 0,27%.

Continua il momento complicato per le costruzioni

I dati riguardanti il comparto artigianale valdostano confermano invece la difficile congiuntura del settore delle costruzioni che registra un calo del 1,6% (-29 imprese). Risultato che influenza in maniera importante la variazione totale dell’intero comparto, il cui “stock” si attesta su 3.534 imprese, con un calo complessivo di ben 63 unità (-1,8%) rispetto al 31 dicembre 2019.

“Pur tenendo presente la sostanziale tenuta delle nuove iscrizioni ed il fatto che nel primo trimestre dell’anno si concentrano le chiusure registrate alla fine dell’anno precedente – spiega il Presidente della Chambre Valdôtaine, Nicola Rosseti dati non sono positivi e questo assume un valore ancora più preoccupante se si considera che tengono conto solo in piccolissima parte dell’emergenza sanitaria che stiamo vivendo”.

La preoccupazione per il prossimo trimestre

“Le conseguenze vere sul comparto imprenditoriale potremo iniziare vederle solamente dai prossimi dati trimestrali – prosegue Rosset – ma quello che è certo è che dobbiamo pensare fin da ora ad intervenire con rapidità per cercare di fare in modo che le imprese che prima andavano bene non vadano in difficoltà. In un secondo momento dovremo poi ragionare invece su quelle realtà che già prima dell’emergenza stavano affrontando un momento difficile”.

Liquidità per le aziende ora, e un futuro digitale

“La strada da percorrere nell’immediato è certamente quella dell’accesso al credito e alla liquidità da mettere a disposizione delle aziende per superare il momento, ed in questo senso la Chambre Valdôtaine sta lavorando in collaborazione con l’Amministrazione regionale, i Confidi e le Associazioni di categoria – conclude Rosset – ma sarà poi necessario pensare anche al futuro. E questa emergenza ci deve insegnare che questo futuro dovrà passare necessariamente dallo sviluppo degli strumenti digitali e delle infrastrutture telematiche, così come dalla capacità di pensare ed elaborare modelli di sviluppo capaci di leggere e di rispondere in maniera ancora più puntuale ai sempre più rapidi cambiamenti che ci circondano”.

 

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